Calcio

“La Uefa verso la sospensione di Israele da tutte le competizioni calcistiche”: la rivelazione del Times

La decisione è attesa la prossima settimana e la "maggioranza dei membri" sarebbe favorevole allo stop di club e Nazionali. Gli Usa: "Lavoreremo per impedirlo"

L’Uefa sta valutando la sospensione di Israele da tutte le competizioni calcistiche internazionali per il genocidio in corso nei territori palestinesi e una decisione “è attesa la prossima settimana, con la maggioranza dei membri favorevole”, anche tra le federazioni. Lo rivela il quotidiano britannico Times. Un’eventuale decisione in tal senso chiuderebbe le porte ai prossimi Mondiali (Israele è nello stesso girone di qualificazione con l’Italia e il 14 ottobre è in programma proprio la sfida tra azzurri e israeliani a Udine) e comporterebbe anche l’esclusione del Maccabi Tel Aviv dall’Europa League. Il ministro israeliano dello sport, Miki Zohar, ha affermato ai media israeliani di “essere al lavoro con il premier Benyamin Netanyahu per impedire questa mossa”. Con loro anche gli Usa, dove si giocherà buona parte del Mondiale 2026 , con il presidente Donald Trump e la sua amministrazione che hanno dichiarato di voler lavorare per impedire che ciò accada.

Due giorni fa alcuni esperti nominati dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite hanno chiesto l’esclusione di Israele dagli eventi calcistici internazionali con un appello firmato da Francesca Albanese, relatrice speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967, e da altri 7 esperti Onu. Il Consiglio successivamente ha invitato la Fifa e la Uefa, gli organi di governo del calcio mondiale ed europeo, ad adottare questa misura come risposta necessaria in relazione a quanto sta accadendo a Gaza e adesso qualcosa si muove. Intanto dagli Usa annunciano: “Lavoreremo senza sosta per fermare completamente qualsiasi tentativo di escludere la nazionale di calcio israeliana dalla Coppa del Mondo”, ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato, mentre la Fifa e la Uefa non hanno ancora risposto ai relatori speciali delle Nazioni Unite.

Un possibile punto di svolta in tal senso potrebbe quindi esserci la prossima settimana, quando dovrebbe arrivare una decisione definitiva. Nelle scorse settimane, a tal proposito aveva parlato Aleksander Ceferin, presidente Uefa, che aveva ammesso pressanti richieste dalla società civile per escludere Israele dalle competizioni, ma nessuna dalla politica, come era accaduto invece nel caso della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. “Devo dire che con la situazione in Russia e Ucraina, c’era una pressione politica molto forte. Ora è più una pressione della società civile che dei politici”, aveva dichiarato a Politico.

Adesso qualcosa potrebbe esser cambiata, soprattutto dopo la presa di posizione del governo spagnolo e il riconoscimento della Palestina da parte di un numero crescente di Paesi occidentali. Negli ultimi giorni i media israeliani avevano anche rilanciato la notizia di presunte pressioni del Qatar sull’Uefa, poi però immediatamente smentite dalla stessa Federcalcio di Tel Aviv. In caso di votazione, l’esclusione di Israele sarebbe probabile, considerando che in pochi si opporrebbero.

Ad agosto, la Uefa ha organizzato uno striscione durante la finale di Supercoppa tra Paris Saint-Germain e Tottenham Hotspur, con la scritta “Smettete di uccidere i bambini, smettete di uccidere i civili”. Il Times ha rivelato il mese scorso che diversi club europei avevano chiesto alla Uefa se ci fosse un modo per evitare di giocare contro avversari israeliani. Una sospensione di Israele da parte della Uefa aumenterebbe la pressione sulla Fifa affinché segua l’esempio, ma l’organo di governo del calcio mondiale si trova in una posizione difficile a causa dello stretto rapporto tra il suo presidente, Gianni Infantino, e Donald Trump. Tuttavia, anche se la Fifa non sospendesse Israele, una squalifica da parte della Uefa significherebbe di fatto l’impossibilità di partecipare al torneo del prossimo anno. Questo potrebbe persino andare a genio a Infantino, che ha legami molto stretti con nazioni arabe come l’Arabia Saudita e il Qatar, la cui capitale, Doha, è stata oggetto di un attentato da parte di droni israeliani all’inizio di questo mese.