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Bologna chiede l’esclusione del team Israel Premier Tech dal Giro dell’Emilia

L'assessora allo sport del Comune: "Non possiamo accettare una squadra di ciclismo legata al governo israeliano"

Il Comune di Bologna chiede di escludere il team Israel Premier-Tech dal Giro dell’Emilia, la classica di ciclismo con arrivo a San Luca in programma il prossimo 4 ottobre. La squadra israeliana ha già provocato durissime proteste da parte degli attivisti pro-Gaza durante l’ultima Vuelta in Spagna. Ora però, per la prima volta in Italia, un’istituzione prende posizione chiedendo di escludere da una competizione sportiva una squadra di Tel Aviv per via dello sterminio in corso a Gaza.

“Siamo contrari alla partecipazione di una squadra israeliana al Giro dell’Emilia in un momento come questo, dove il governo di Israele si sta macchiando di gravi crimini contro la popolazione civile nella Striscia di Gaza. Non è una posizione contro gli atleti, ma non possiamo accettare che una squadra legata a quello stesso governo possa prendere parte ad una manifestazione sportiva, che per sua natura rappresenta valori diametralmente opposti“, spiega l’assessora allo sport Roberta Li Calzi, che ha formalizzato la richiesta del Comune di Bologna: “Chiediamo agli organizzatori del Giro dell’Emilia di escludere dalla manifestazione il team israeliano Premier Tech“.

Il team Israel-Premier Tech non è legato direttamente allo Stato, ma è finanziato dal miliardario canadese-israeliano Sylvan Adams e dall’uomo d’affari americano Ron Baron. La squadra però ha ricevuto una piccola somma dal Ministero del Turismo israeliano e fino a prima della Vuelta esibiva la scritta “Israel” sulle divise. Inoltre, il miliardario Adams era presente all’insediamento di Donald Trump come presidente degli Usa e a giugno lo ha anche incoraggiato ad attaccare l’Iran, pochi giorni prima che lo facesse.

Da diversi giorni il mondo del ciclismo sta facendo pressione sul team per recidere ogni legame esplicito con Israele. Factor Bikes, rinomato marchio di bici britannico che fornisce i mezzi al team di ciclismo Israel Premier-Tech, ha minacciato di far saltare l’accordo con la squadra se non ci sarà “un cambio di nome e un cambio di bandiera. Ma ad oggi è lo stesso futuro del team ad essere messo in discussione, visto che i ciclisti non sembrano intenzionati a farne parte: per il momento per il 2026 sono rimasti sotto contratto appena 17 corridori, che non sarebbero abbastanza per affrontare un’intera stagione.