Nella giornata di martedì 23 settembre l'ultimo saluto all'atleta morto in Cile dopo una caduta in allenamento. Le richieste di Camilla Alfieri e dei suoi colleghi: "Mettiamoci tutti a un tavolo"

“Basta omertà, atleti ed ex atleti devono parlare di sicurezza”. L’appello più nitido e coraggioso arriva da Camilla Alfieri, ex sciatrice e vicepresidente dello Sci Club Sestriere, dove è cresciuto Matteo Franzoso, il discesista morto il 15 settembre scorso durante un allenamento con la nazionale in Cile. Lo ha fatto proprio nella giornata dei funerali del 25enne appunto a Sestriere, dove erano radunati tutti: amici, colleghi, personaggi dello sci. Gli stessi che un anno prima si ritrovavano in circostanze praticamente uguali per la morte di Matilde Lorenzi, altra sciatrice vittima di dopo una caduta fatale in allenamento.
Franzoso è deceduto dopo la bruttissima caduta di domenica 14 settembre mentre si allenava in Cile, sulla pista di La Parva, a 50 km dalla capitale cilena. È caduto affrontando il primo salto del tracciato di allenamento, finendo sbalzato in avanti: ha oltrepassato le reti e ha sbattuto contro una staccionata posizionata 6-7 metri fuori dal tracciato. È morto dopo circa 24 ore in coma farmacologico. “Ci sono molti attori in questo sport ed è il momento di mettersi tutti a un tavolo – ha proseguito Alfieri – Ci hanno contattato tanti sciatori, di ieri e di oggi”. Con lei ci sono tante persone che hanno deciso di dare l’ultimo saluto a Franzoso. “Sono seduto qui come suo amico, come fratello maggiore – racconta un altro ex, Matteo Marsaglia -. Ho passato questi giorni in un’altalena: qualche volta ho pensato di voler fare di tutto, di spaccare il mondo, altre di fermarmi, perché ormai non serve più a niente. Però poi intorno tutti si muovono e ricomincio“.
Alle voci di Alfieri e Marsaglia si è aggiunta quella di Stefano Maldifassi: “La Formula Uno è cambiata da Senna in poi – ha detto -. I nostri giovani non li proteggiamo completamente”. Intanto la Fisi si è riunita e ha dettato un piano per gli allenamenti, sia a livello nazionale che internazionale, come sottolineato da Alessandro Garrone, presidente dello Sci Club Sestriere. La prima soluzione proposta è quella di individuare delle piste in giro per il mondo da dedicare agli allenamenti, metterle in sicurezza e tenerle sotto controllo.
Ai funerali c’era anche la famiglia di Matilde Lorenzi, cresciuta nello stesso club di Matteo Franzoso. “Quello che mi amareggia di più è che il sacrificio di Matilde non sia servito“, ha detto la mamma. Dalla morte della figlia è nata l’associazione Matilde Lorenzi, che sta cercando di mettere al centro del dibattito pubblico proprio il tema della sicurezza nello sci. “Al ministro Abodi abbiamo dato la disponibilità di sederci a un tavolo, così come alla Fisi e alla Fis – ha spiegato il padre della giovane sciatrice morta nel 2024 -. Abbiamo bisogno di tutti, perché ogni tanto ci mancano le energie”.