
Basta tatticismi esasperati e basta nozioni che appartengono al professionismo, ma per i ragazzini solo divertimento: le parole di Prandelli, oggi impegnato nel Progetto Giovani della Figc
“Se un bambino vuol dribblare, lo faccia. Ai ragazzini non si può dire di fare una ‘diagonale‘, di giocare da ‘falso nueve’. Non esiste“. A parlare al Corriere della Sera è Cesare Prandelli, Ct della nazionale italiana dal 2010 al 2014 e oggi impegnato nel Progetto Giovani della Figc dopo l’arrivo di Gennaro Gattuso come nuovo commissario tecnico. L’ex allenatore ha parlato del talento e della fantasia che in Italia scarseggiano sempre di più a vantaggio di tatticismi esasperati, già a partire dalle scuole calcio.
Ma se in Italia fosse nato un Yamal di turno, oggi sarebbe ciò che è? Prandelli non ha dubbi: “No. Se dieci anni fa avessimo avuto la fortuna di avere un talento come Lamine Yamal sui campi delle giovanili, ce lo saremmo fatto sfuggire – ha spiegato Prandelli -. I nostri allenatori gli avrebbero tolto la gioia di giocare e divertirsi ubriacandolo di schemi, diagonali, occupazione dello spazio, seconde palle e attacco alla difesa schierata”.
Un’idea – quella di Prandelli – che se attuata potrebbe rappresentare una possibile svolta per i settori giovanili italiani, dove oggi ciò che conta è soltanto ottenere il risultato, creare squadre per vincere già dalle categorie giovanili più basse. “Nelle nostre scuole calcio da anni si va nella direzione sbagliata. D’accordo: non ci sono più gli oratori e non si gioca più per strada. Inutile fare battaglie di retroguardia. Ma adesso basta. Bisogna cambiare”.
L’errore principale – secondo l’ex Ct – è quello di inculcare già a ragazzini di 8 anni i fondamentali che appartengono a un giocatore professionista: “Ma è una follia. Nel mio piccolo ci provo, non sarà facile, ma qualcosa va fatta”.
Un concetto importantissimo e ribadito da Cesare Prandelli è proprio quello del divertimento, senza l’ossessione del risultato e senza mettere in primo piano la competizione con gli avversari già da piccolini. “Occorre assolutamente riconquistare l’aspetto ludico del calcio. Farli divertire ‘sti ragazzini. E se quello vuole dribblare: lo faccia. C’è tempo per insegnargli che questo è un gioco di squadra. Avrà tempo per le regole, per gli schemi”, ha concluso Prandelli.