Società

Ritengo che uccidere un cattivo per evitare guai maggiori sia una follia: va eliminato il fanatismo in noi

Riflettere su un quesito filosofico che va oltre l'utilitarismo: eliminare i leader feroci cambia davvero il corso della storia?

Il problema definito: “Would you kill baby Hitler?” (uccideresti il bambino Hitler?) è stato affrontato sia in ambito filosofico che etico. I cosiddetti “utilitaristi” hanno sostenuto che uccidere un innocente (Hitler lo era certamente quando era un bambino) potrebbe essere giustificato se in futuro questo atto avesse potuto prevenire milioni di morti. Un sondaggio condotto dal New York Times nel 2015 diede risposte affermative nel 42 per cento, negative nel 30 e il resto non rispose.

Questa discussione puramente teorica e speculativa mi è venuta in mente leggendo dell’assassinio di Charlie Kirk. Non conosco il personaggio per cui non mi addentro in speculazioni sul fatto che le sue idee fossero veramente estremiste e fomentanti l’odio. Ritengo che uccidere un cattivo, o presunto tale, per evitare guai maggiori sia una follia. Se esistesse la possibilità di viaggiare nel tempo dovremmo uccidere nella culla un sacco di personaggi che ora imperversano decidendo sulle guerre, sulle armi, e sul futuro dell’umanità. Certi processi storici sarebbero esistiti anche se il giovane Hitler fosse morto per una malattia o un incidente? Se certi dirigenti della Russia, dell’Ucraina, di Hamas e di Israele fossero morti per malattie da piccoli il mondo sarebbe migliore? Non lo sappiamo con certezza, ma presumibilmente altri avrebbero preso il loro posto e, pressati dalle stesse ideologie, spinti da masse di esseri umani che credono nelle loro farneticazioni, avrebbero creato gli stessi danni.

Freud, con prove scientifiche riproducibili, alla fine del 1800 ha dimostrato l’esistenza di ragionamenti emozioni e sensazioni che non sono sotto il controllo della coscienza. Ha chiamato questa parte della mente col termine inconscio. Ora che siamo tutti dotati di computer e smartphone possiamo capire facilmente che esistono in questi apparati dei programmi che noi non vediamo che però indirizzano il modo di funzionare dell’apparecchio. Grosso modo l’inconscio, pur molto più sofisticato, può assomigliare ai programmi di base che fanno funzionare gli apparecchi elettronici. Noi non li vediamo e non li possiamo modificare, ma loro condizionano l’operatività degli apparecchi. Carl Gustav Jung, allievo di Freud, ipotizzo l’esistenza di un inconscio collettivo. Jung faceva riferimento a un inconscio presente in tutta l’umanità coi suoi miti che definiva Archetipi. Difficile dimostrare in modo scientifico l’esistenza di questi fenomeni psichici collettivi, anche se varie esperienze e suggestioni fanno ipotizzare che veramente agiscano sulle masse degli individui.

In via speculativa potremmo ritenere che esista anche un inconscio nazionale. Gli individui appartenenti a una nazione o a un popolo accanto a vissuti coscienti avrebbero dei fenomeni inconsci collettivi specifici per quella etnia, religione o gruppo di appartenenza. Ribadisco che non esistono prove di questi elementi, ma molte speculazioni psicologiche ci portano a ritenere che possa essere vero il fatto che un popolo che si identifica in una nazione o in un gruppo religioso e culturale sia portatore di dinamiche inconsce.

Il leader che emerge e che guiderà quel popolo per un certo periodo lo diviene perché incarna, almeno temporaneamente, i vissuti inconsci di quel popolo. Trump rappresenta la paura dell’America profonda di non essere più ricca e privilegiata con conseguente bisogno di imporsi. Putin la frustrazione dei russi dopo l’umiliazione della caduta del muro di Berlino, Netanyahu il timore ancestrale di un popolo di 10 milioni di individui circondato da oltre un miliardo di persone che per motivi religiosi li osteggiano.

Se Hitler fosse morto da piccolo per una malattia, un altro personaggio altrettanto duro e fanatico avrebbe incarnato il bisogno inconscio del popolo tedesco di riscatto dopo l’umiliazione della prima guerra mondiale? Allo stesso modo forse, se i leader feroci di alcuni popoli in guerra decidessero di mollare i loro ruoli di comando e andarsene in vacanza, emergerebbero altri personaggi altrettanto fanatici? Quindi anche se idealmente ognuno di noi avesse a disposizione un pulsante rosso per far schiattare contemporaneamente Trump, Putin, Zelensky, Netanyahu e mettiamoci in aggiunta Kim Jong Un e Xi Jinping avrebbe senso spingerlo?

La mia risposta è che dobbiamo riconoscere e debellare il fanatismo che è in noi. Presumibilmente questa emozione deriva dalla paura nascosta nel nostro animo, frutto di millenni in cui l’essere umano ha introiettato la diffidenza verso l’altro. La reazione è sempre stata quella di ucciderlo per timore che lui ci uccida per primo.