
La decisione era stata presa per garantire la sicurezza degli equipaggi che trasportano oltre 300 attivisti da 44 Paesi, fra cui Greta Thunberg
La spedizione umanitaria della Global Sumud Flotilla è ripartita da Barcellona alla volta di Gaza, dopo il rientro temporaneo in porto a causa del maltempo che ha sferzato la costa del nordest della Spagna. La missione umanitaria punta a forzare il blocco navale di Israele sulla Striscia e ad aprire un corridoio umanitario per portare aiuti alla popolazione della Striscia. La decisione di rientrare nel porto catalano, dopo aver salpato intorno alle 15 di domenica 31 agosto, era stata presa per garantire la sicurezza degli equipaggi che trasportano oltre 300 attivisti provenienti da 44 Paesi, fra cui Greta Thunberg, ed evitare problemi alle imbarcazioni più piccole.
“A causa delle condizioni meteorologiche pericolose, abbiamo effettuato una prova in mare e poi siamo tornati in porto per far passare il temporale. Ciò ha comportato un ritardo nella nostra partenza per evitare di correre rischi con le barche più piccole. Affrontando venti superiori ai 30 nodi e la natura imprevedibile del Mediterraneo, abbiamo preso questa decisione per dare priorità alla sicurezza e al benessere di tutti i partecipanti e per proteggere il successo della nostra missione”: si legge in una nota diffusa dal Global Sumud Flotilla.
Quelle dalla città spagnola, insieme alle navi con 300 tonnellate di aiuti partite da Genova, sono le prime imbarcazioni che hanno levato l’ancora per la missione verso Gaza: il 4 settembre altre navi partiranno da Tunisia, Grecia e Sicilia e tutte si incontreranno in acque internazionali, dove proseguiranno il loro viaggio per arrivare sulle coste della Striscia a metà settembre. In totale, la flotta conterà circa 50 imbarcazioni provenienti da tutta Europa e 500 tra attivisti, politici e volontari da 44 Paesi. Non è ancora chiaro se il ritardo nella tabella di marcia delle imbarcazioni spagnole provocherà, conseguentemente, un breve slittamento dell’intera missione.
Il coordinatore della Global Sumud Flotilla, l’attivista Saif Abukeshek ha segnalato che Israele tratta i membri della spedizione “come terroristi per giustificare i suoi crimini”, dopo che il ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir, ha presentato una proposta al governo di Netanyahu per inasprire la risposta all’arrivo della flotta umanitaria, che comporta considerare “terroristi” gli attivisti a bordo. “Israele inserisce nella categoria di terroristi tutti i palestinesi, che abbiano un giorno di vita o 100 anni”, ha rilevato Abukeshek, “Questa politica di Israele di utilizza per giustificare i crimini che vuole commettere”, ha aggiunto, ripreso dall’agenzia Europa Press. Il coordinatore della missione ha ripetuto che l’intera azione umanitaria è legale, come tutto il materiale e gli aiuti che trasporta, e le persone imbarcate hanno sottoscritto principi di non violenza e ricevuto formazione in questo senso.