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Dopo una sconfitta il Milan ha speso 50 milioni: sul mercato ci hanno provato tutte tranne l’Inter

FATTO FOOTBALL CLUB - La sconfitta contro l'Udinese ha riproposto esattamente gli stessi problemi della scorsa stagione, noti a tutti, su cui la dirigenza nerazzurra ha deciso scientemente di non intervenire

Sabato 23 agosto: il Milan perde rovinosamente all’esordio in campionato contro la Cremonese, si accorge di avere una squadra inadeguata e si rituffa sul mercato, spendendo almeno 50 milioni di euro per Nkunku, Rabiot (e vedremo entro la chiusura arriverà anche un difensore). Domenica 31 agosto: l’Inter cade contro l’Udinese, ma prima e dopo la partita riconferma in blocco la propria rosa (anche perché ormai non si poteva fare altrimenti).

C’è un parallelismo fra l’avvio di campionato e la chiusura di calciomercato delle due milanesi, le uniche big che in questo assaggio di Serie A hanno lasciato punti sul campo. Si sa, il calcio d’agosto non conta, una sconfitta con le gambe pesanti e gli ombrelloni aperti può anche non significare nulla. Però ci sono alcuni segnali inquietanti nel match contro l’Udinese. L’Inter ha perso riproponendo esattamente gli stessi problemi che avevano condizionato la scorsa stagione: prendendo due gol in casa, troppi, frutto di disattenzioni difensive, mostrando alcuni senatori fuori condizione e confermando la mancanza di un giocatore in grado di saltare l’uomo e risolvere partite contro difese schierate. Limiti strutturali, che si conoscevano da mesi, sono stati discussi tutta l’estate, e su cui si è deciso scientemente di non intervenire.

Non che l’Inter non abbia fatto mercato, anzi, i soldi sono stati spesi (non quanti il bilancio avrebbe permesso), il campo dirà se bene o male. Ma la strategia è stata puramente conservativa, aggiungendo solo alcuni innesti, giovani di prospettiva (e costati rigorosamente meno di 25 milioni), quando invece sarebbe servito altro. Forse persino comprare un po’ di pancia sul mercato, come ha fatto il Milan.

Dopo la figuraccia con la Cremonese, ha acquistato Nkunku per 42 milioni (profilo di cui non si era praticamente mai parlato prima), Rabiot (pupillo di Allegri) e probabilmente arriverà un difensore, dando un segnale anche all’ambiente. In maniera non del tutto dissimile da quanto era accaduto lo scorso gennaio, dove, se pur con risultati poi deludenti, il mercato era stato risoluto. Ora, lungi dal voler esaltare la dirigenza rossonera, la cui gestione scriteriata ha marchiato l’ultima stagione (e vedremo la prossima). Però, seppur scomposta e confusionaria, almeno c’è stata una reazione: prendere atto del problema e cercare di risolverlo, chissà se nella maniera giusta perché poi la tenuta di Nkunku e soprattutto la sua collocazione tattica è tutta da verificare (lo stesso Allegri ha ammesso di non sapere ancora come utilizzarlo), mentre Rabiot non sembra esattamente ciò che serviva.

Il discorso vale anche per le altre. Il Napoli ha risposto subito al grave infortunio di Lukaku: De Laurentiis avrebbe potuto accontentarsi, scommettere su Lucca, magari aggregando un rincalzo, invece è andato a prendere un altro titolare, Hojlund, che costerà circa 50 milioni, oltre a tutti quelli già spesi sul mercato. La Juventus, nonostante i paletti del Fair-play finanziario spiegati recentemente da Comolli, alla fine è riuscita a mettere su un parco attaccanti di livello internazionale. Tutte, a modo loro e con i propri mezzi, ci hanno provato. L’Inter, a cui non serviva certo l’epifania della sconfitta di ieri per scoprire i propri limiti, no. Adesso il mercato chiude ed è tardi per rimediare: buon campionato.

X: @lVendemiale