
Il tycoon ha rimosso dall'incarico Lisa Cook, nominata da Biden alla Federal Reserve, sulla base di una norma mai applicata. Lei contesta la decisione: "Non ha l'autorità per farlo"
Il presidente Usa Donald Trump ha ordinato il licenziamento di Lisa Cook, una dei sette governatori della Federal Reserve (la banca centrale di Washington), nominata nel maggio 2022 dall’ex capo della Casa Bianca Joe Biden e prima afroamericana a sedere nel Board of governors (il consiglio esecutivo della Fed). Il tycoon ha pubblicato sulla sua piattaforma social Truth la lettera inviata a Cook, in cui le comunica la sua rimozione “con effetto immediato“, sulla base di una norma, quasi mai applicata in precedenza, che consente al presidente di licenziare i governatori per giusta causa.
La “giusta causa” addotta in questo caso è una denuncia di Bill Pulte, direttore trumpiano della Federal Housing Finance Agency, un’agenzia federale di vigilanza sui prestiti, che accusa la governatrice di aver reso false dichiarazioni per ottenere uno o più mutui, attestando, a distanza di due settimane, di voler utilizzare due diversi immobili (uno in Michigan e uno ad Atlanta, Georgia) come residenza principale, in modo da ottenere condizioni migliori. “È inconcepibile che lei non fosse a conoscenza del primo impegno quando ha assunto il secondo, ed è impossibile che intendesse onorarli entrambi”, scrive Trump nella lettera alla governatrice. “La Federal Reserve”, prosegue, “ha un’incredibile responsabilità nel fissare i tassi d’interesse e regolare il mercato delle banche. Il popolo americano deve poter avere piena fiducia nell’onestà di coloro a cui è affidato il compito di governarla. Vista la sua condotta ingannevole e potenzialmente criminale in materia finanziaria, non possono avere fiducia nella sua integrità, così come non la ho io”. Per questo, conclude, “il rispetto delle leggi impone la sua immediata rimozione dall’ufficio”.
Il tycoon aveva già annunciato le sue intenzioni alla stampa nei giorni scorsi: “Se non si dimetterà, la licenzierò”, aveva detto. Cook, tuttavia, per ora non è stata accusata formalmente di aver commesso alcun reato. E Trump non ha mai fatto mistero di voler rivoluzionare la governance della Fed, attaccando in particolare più volte il presidente Jerome Powell – nominato da lui stesso nel 2018 – per non aver ridotto abbastanza i tassi d’interesse. “Lo rimuoverei in un batter d’occhio, ma dicono che questo disturberebbe i mercati”, ha ammesso. Se il tycoon riuscisse a sostituire Cook con un membro di sua fiducia, controllerebbe il Board of governors, i cui componenti in quota democratica resterebbero solo due su sette. E con la scandenza del mandato di Powell, prevista a maggio 2026, a breve la Federal Reserve potrebbe avere un presidente trumpiano. In sostanza, Trump ha un’occasione d’oro per blindare il controllo dell’intero vertice della più importante banca centrale del mondo.
Cook però ha annunciato di non voler lasciare la posizione, contestando la legittimità dell’azione del tycoon: “Il presidente Trump ha dichiarato di volermi licenziare “per giusta causa”, quando non esiste alcuna giusta causa ai sensi di legge, e non ha l’autorità per farlo”, ha detto. “Non mi licenzierò e continuerò a fare il mio dovere per aiutare l’economia americana, come sto facendo dal 2022”. La controversia sfocerà probabilmente in una battaglia legale che potrebbe arrivare fino alla Corte Suprema: l’avvocato di Cook, Abbe Lowell, ha dichiarato di essere pronto a prendere “qualsiasi iniziativa necessaria” per impedire il licenziamento.