
I due camici bianchi, secondo la pm Barbara Cavallo, avrebbero invece falsificato le cartelle cliniche in alcuni dei casi che vedono coinvolto l'infermiere arrestato
Ci sono due nuovi indagati nell’inchiesta che ha portato all’arresto di un infermiere per omicidio volontario. Si tratta – come riporta l’Ansa – di due medici indagati per falso ideologico in atto pubblico. L’infermiere, 44 anni, era in servizio all’ospedale di Argenta ed è accusato di aver ucciso un anziano con un farmaco letale e di aver maltrattato altri pazienti, sedandoli, non assistendoli o facendoli soffrire. I due medici, secondo la pm Barbara Cavallo, avrebbero invece falsificato le cartelle cliniche in alcuni dei casi che lo vedono coinvolto. La procura contesta anche l’interruzione di pubblico servizio: l’infermiere, mentre era di turno notturno, avrebbe lasciato il reparto per andare a curare, a casa, la madre di uno dei medici.
Il fascicolo era stato aperto dopo le segnalazioni per due morti sospette nel reparto di lungodegenza, due anziani deceduti a pochi giorni di distanza. L’accusa di omicidio volontario, sfociata nell’ordinanza cautelare eseguita a metà luglio, riguarda però solo uno dei due, un 83enne, morto il 5 settembre 2024. L’infermiere, stando all’ipotesi dell’accusa, gli avrebbe somministrato, senza alcuna finalità terapeutica, un farmaco, l’Esmeron: si tratta di un miorilassante che solitamente si utilizza solo per favorire l’intubazione in casi di anestesia generale e andrebbe accompagnato necessariamente dalla respirazione artificiale.
Poi ci sono i maltrattamenti: l’infermiere avrebbe dato in maniera abituale agli anziani ricoverati benzodiazepine e sedativi, in assenza di prescrizioni specifiche. Ma ci sono anche altre situazioni in cui il 44enne avrebbe sottoposto gli assistiti a sofferenze, con manovre improprie, con purghe, lasciandoli sporchi e disattivando intenzionalmente i campanelli per chiedere aiuto. In un caso avrebbe praticato, con un bisturi, un’incisione senza anestesia che ha provocato dolori e conseguenze ad un paziente. Altre volte non sarebbe intervenuto in casi di cadute dal letto o di anziani rimasti incastrati con le gambe nelle sponde laterali.
Le indagini si sono poi allargate ai medici per il falso. Secondo la procura l’infermiere diede un sedativo a un paziente, questo non venne annotato in cartella clinica dove si dava atto dell’assopimento dell’anziano senza indicarne la reale causa e venne poi indicata la prescrizione del farmaco quando questo era già stato somministrato. L’infermiere stesso risponde anche di aver dichiarato il falso nei diari clinici e di esercizio abusivo della professione medica per aver somministrato direttamente i farmaci ai pazienti.
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