
A palazzo di giustizia si discutono i ricorsi di tre dei principali indagati: le difese sperano in un bis della decisione che ha già annullato due misure cautelari
È il giorno delle udienze di fronte al Tribunale del Riesame di Milano sugli arresti di tre dei principali indagati nell’inchiesta sul “sistema urbanistica“: l’ex assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi (unico a presentarsi a palazzo di giustizia), l’ex presidente della Commissione comunale Paesaggio Giuseppe Marinoni e Federico Pella, già socio e manager della società di progettazione J+S. Tutti e tre sono dal 31 luglio ai domiciliari su ordine del gip Mattia Fiorentini: le accuse sono di corruzione e, per Marinoni e Tancredi, anche di falso. Il Riesame dovrà decidere, valutando gli indizi e le esigenze cautelari, se confermare la misura, annullarla – rimettendo gli indagati – in libertà o sostituirla con una meno grave (ad esempio l’obbligo di dimora o la sospensione dall’attività professionale). Le udienze sui ricorsi di Tancredi e Marinoni sono state rinviate da martedì, per consentire agli avvocati di esaminare le nuove chat depositate dalla Procura in allegato a una memoria consegnata al Tribunale. Le conversazioni hanno come interlocutori l’ex assessore, il costruttore Manfredi Catella (anche lui ai domiciliari, il Riesame è previsto il 20 agosto), il sindaco Beppe Sala, accusato di false dichiarazioni e induzione indebita, e il direttore generale del Comune Christian Malangone, che secondo il Corriere della sera è probabilmente a sua volta sottoposto a indagini, viste le considerazioni svolte dai pm nella memoria sul rischio di inquinamento delle prove da parte sua.
A incoraggiare gli indagati c’è soprattutto la decisione del Riesame che martedì ha già annullato due delle sei misure disposte dal gip, liberando l’imprenditore Andrea Bezziccheri (patron di Bluestone) e l’ex componente della Commissione paesaggio Alessandro Scandurra, rispettivamente in carcere e ai domiciliari. La procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, però, predica calma: “Il fatto che ci siano stati due annullamenti ha un significato che noi prenderemo in considerazione quando saremo in grado di leggere le motivazioni. Noi andremo avanti in questa indagine comunque, non perché siamo ossessionati da una sorta di furore nei confronti del fenomeno urbanistico, ma perché la legge ce lo impone, sono reati procedibili d’ufficio”, sottolinea parlando alla stampa al termine dell’udienza sul ricorso di Pella. E ricorda “che il Riesame non esce con la sentenza di assoluzione o di condanna, ma valuta limitatamente ad alcuni indagati e limitatamente a un’ordinanza nei loro confronti la sussistenza dei gravi indizi. È un lavoro serissimo, molto importante, ma comunque limitato a questo aspetto, non è una valutazione su tutta l’indagine“. A fermarsi coi cronisti anche il legale di Palle, Marco Messora: “Non c’è dal nostro punto di vista nessun patto corruttivo né sistemico addebitabile all’architetto Pella. Abbiamo prodotto documenti a sostegno di quelle che sono le nostre tesi e confidiamo nell’accoglimento del ricorso”.