Economia

Inflazione Usa sotto le attese a luglio. Ma è allarme sui dati dopo la cacciata della numero uno dell’ufficio statistico

Prima ancora della rimozione di McEntarfer, i tagli al bilancio e al personale decisi dalla Casa Bianca avevano costretto il Bureau a sospendere la raccolta di dati per alcune parti del paniere su cui si misura la crescita dei prezzi

A luglio l‘inflazione negli Stati Uniti è rimasta stabile al 2,7%, sotto le attese degli analisti e allo stesso livello di giugno, rendendo più probabile un taglio dei tassi da parte della Fed il mese prossimo. Su base mensile l’aumento è stato dello 0,2%, in linea con le previsioni, ma l’indice core, al netto di energia e alimentari, ha segnato un aumento del 3,1%. E per i beni di base il livello è sopra i valori registrati negli ultimi anni, segno che l’impatto dei dazi voluti da Donald Trump – al 10% sui prodotti importati dalla maggior parte dei Paesi fino a inizio agosto, quando sono entrati in vigore quelli reciproci – inizia lentamente a farsi sentire.

I media Usa sottolineano che i dati diffusi martedì dal Bureau of Labor Statistics arrivano mentre crescono le preoccupazioni sull’affidabilità del lavoro dell’agenzia. Timori che derivano dal licenziamento, deciso dal presidente, della numero uno Erika McEntarfer, colpevole secondo il tycoon di aver “manipolato” i numeri sui posti di lavoro creati nel Paese proprio a luglio, risultati molto inferiori al previsto. La vicenda riporta alla memoria i casi di Paesi come Grecia e Argentina, dove sospetti e accuse di manipolazione dei dati hanno minato per anni la reputazione delle statistiche economiche, con effetti duraturi sulla fiducia di mercati e partner internazionali.

Reuters ricorda che prima ancora della rimozione di McEntarfer, che Trump vuol sostituire con l’economista conservatore E.J. Antoni, i tagli al bilancio e al personale decisi dalla Casa Bianca avevano costretto il Bureau a sospendere la raccolta di dati per alcune parti del paniere su cui si misura la crescita dei prezzi in alcune aree del Paese. Questo dopo anni di sottofinanziamento, anche da parte di amministrazioni democratiche: a partire dal 2009 il budget in termini reali è calato secondo calcoli del Financial Times del 18% e per il 2026 è previsto un ulteriore taglio dell’8%, con la perdita di oltre 150 addetti su un organico di circa 1.850. Nel rapporto sull’inflazione pubblicato a maggio e relativo ai prezzi di aprile, il Bureau ha reso noto di aver interrotto la raccolta di dati a Lincoln (Nebraska), Provo (Utah) e successivamente a Buffalo (New York) e di aver usato più del solito un metodo di stima che consiste di sostituire i prezzi mancanti con quelli di prodotti simili o provenienti da altre regioni.

All’inizio di agosto Jp Morgan ha lanciato l’allarme sul rischio che la rimozione di McEntarfer “determini rischi per la politica monetaria, per la stabilità finanziaria e per le prospettive economiche” perché politicizza i dati alla base delle decisioni della Fed e del mercato dei titoli indicizzati all’inflazione. E l’International Statistical Institute ha censurato la mossa di Trump accusandolo di violare i principi Onu sulle statistiche “fact-based”.