
Passato e futuro su quattro ruote si incontrano dal 9 al 18 agosto 2025, in uno scenario unico al mondo
Anche se quest’anno, tra i dazi imposti da Trump e la crisi latente di un settore che fatica a reinventarsi senza perdere anima e cilindri, l’atmosfera sembrerà meno sfavillante del solito, il fascino resta intatto. Dall’11 al 18 agosto, tra Carmel, Laguna Seca e Pebble Beach, si susseguiranno presentazioni, aste, raduni, cocktail e debutti mondiali.
Alla Monterey Car Week può capitare di incrociare Jay Leno mentre fotografa una one-off italiana con il suo immancabile sorriso, o Adam Carolla che discute di compressione con un collezionista giapponese. È il luogo dove frequenti clienti Bugatti parlano con i designer Aston Martin come vecchi amici, o dove i fratelli Singer – quelli della leggendaria restomod californiana – si concedono un drink accanto a un jet Gulfstream. C’è chi giura di aver visto anche Patrick Dempsey aggirarsi tra gli stand con passo da gentleman driver e occhio da intenditore. È successo. Succederà ancora.
Il calendario è fitto come sempre. Si parte con Motorlux, l’evento glamour al Monterey Jet Center che, più che una semplice apertura della settimana, è una dichiarazione d’intenti. Aerei privati, supercar, grandi vini e un pubblico selezionatissimo: Motorlux è il punto d’incontro tra l’automobile da sogno e il lifestyle della California più esclusiva. Un tempo noto come McCall’s Motorworks Revival, oggi è una vetrina raffinata dove sfilano pezzi rari, anteprime da copertina e concept che fanno battere il cuore a collezionisti e designer. È qui che inizia davvero il racconto: tra le luci calde del tramonto e i riflessi della lamiera levigata, mentre un jet executive si staglia sullo sfondo e un V12 accende la serata.
Si prosegue con The Quail, appuntamento per pochi selezionati ospiti (biglietti finiti in meno di 9 minuti) dove saranno presenti Aston Martin, Koenigsegg, Lamborghini, Rimac e la sorprendente Totem Automobili, con la sua GT Electric disegnata da Riccardo Pierini. Ci sarà anche Eccentrica con il suo V12 restomod su base Diablo, portabandiera di uno stile italiano che non conosce tramonto.
E, tra i momenti più attesi, il ritorno in grande stile di Pagani Automobili: per la prima volta saranno riunite oltre vent’anni di hypercar da pista, in un’esposizione che celebra la ricerca estrema e la visione di Horacio Pagani. La protagonista? La Huayra R Evo Roadster, senza tetto, senza compromessi, senza filtri. Il suo V12 aspirato da 900 cavalli verrà acceso alle 12 in punto davanti al pubblico, regalando un’emozione pura, quasi ancestrale. Accanto a lei, le Zonda da pista: Monza, R, Revolución e Huayra R, ognuna con una storia che sa di coraggio e velocità.
Poi ci sono loro, le aste. Quelle in cui sfilano pezzi unici che nessuna bolla speculativa riesce a sgonfiare. RM Sotheby’s, Gooding & Co., Bonhams: ogni serata è una sfida tra collezionisti. Tra le regine annunciate, una Ferrari F40 LM ex Michel Ferté e Jean-Marc Gounon, una Chrysler Ghia Coupé del 1958, e perfino una Ferrari Daytona SP3 Tailor Made battuta per beneficenza. Le stime superano i 5, i 10, i 20 milioni. Ma più del denaro conta il gesto: alzare la paletta è dichiarare amore eterno alla propria passione. Sempre avendone i mezzi.
C’è spazio anche per la velocità vera. A Laguna Seca, tra il rombo dei V8 e l’eco del Cavatappi, va in scena la Rolex Monterey Motorsports Reunion: competizione vintage, adrenalina reale. Qui, sabato 16 agosto, la Huayra R Evo Roadster scenderà in pista per una sessione di hot laps, condividendo il tracciato con vetture leggendarie, nel contesto del 75° anniversario della Formula 1.
E poi il gran finale, domenica 17 agosto, con il Pebble Beach Concours d’Elegance, dove ogni auto è una storia, ogni storia una lezione di stile. Quest’anno si celebrano i 125 anni di Bugatti, i 60 della Porsche 911, i 90 di Delahaye e, come detto, i 75 anni della Formula 1. Sulla 18ª buca del golf club più famoso del mondo, farà la sua comparsa la Ferrari 312 T2 di Niki Lauda, telaio 026. La stessa che vinse a Monte Carlo e in Belgio, che sopravvisse al drammatico rogo del Nürburgring, e che Lauda riportò in gara a Monza dopo solo sei settimane. Un’auto simbolo, testimone di uno dei capitoli più intensi e drammatici della storia della F1, esposta accanto ad altri 30 vetture che raccontano l’evoluzione della categoria regina.
Cosa ci dobbiamo aspettare da questa edizione? Forse meno fuochi d’artificio, ma più sostanza. Le Case stanno scegliendo con cura i palcoscenici, e Monterey resta tra i pochi capaci di parlare al cuore di chi ama l’automobile davvero. I riflettori di Goodwood sono potenti, i saloni asiatici ancora ricchi, ma qui c’è un’anima che resiste. Una cultura del dettaglio, della passione, della memoria. E per chi c’era nel 2007, come chi scrive, quel mondo scoperto per caso tra un giro a Laguna Seca e una sera al Motorlux, continua ad avere lo stesso profumo: quello della benzina mescolata al sale del Pacifico.