
Secondo il magistrato tutti gli indagati "erano a conoscenza del fatto che le regole edificatorie venivano abitualmente piegate per soddisfare gli interessi degli investitori"
La Commissione paesaggio del Comune di Milano come un “concentrato di potere” che veicolava la “spartizione del territorio edificabile” di Milano. Il giudice per le indagini preliminari di Milano, Mattia Fiorentini, motiva anche così l’accoglimento quasi totale della richiesta di arresto per sei indagati nell’ambito dell’inchiesta sull’urbanistica di Milano condizionata, secondo gli inquirenti, da pressioni e tangenti mascherate da consulenze e incarichi professionali privati: un “sistema corruttivo” che appare “rodato, remunerativo, e da difendere a oltranza”. Nel provvedimento con cui ha disposto gli arresti domiciliari per l’ex assessore Giancarlo Tancredi, per il ceo di Coima Manfredi Catella, per Giuseppe Marinoni e Alessandro Scandurra, rispettivamente presidente e componente della Commissione Paesaggio e per l’ex manager di J+S, Federico Pella, e ha ordinato il carcere per Andrea Bezziccheri, patron di Bluestone, non ha riconosciuto l’accusa di induzione indebita. Reato che i pm di Milano, nell’inchiesta sull’urbanistica, hanno contestato al sindaco Giuseppe Sala assieme a un falso e all’architetto Stefano Boeri per la vicenda del Pirellino.
Il gip – “Come emerso in più frangenti – non da ultimo il tentativo di ottenere la promulgazione di una legge dello Stato (meglio conosciuto come decreto ‘salva Milano’) che legittimasse, attraverso interpretazioni autentiche ex post, le ortopedie linguistiche e tecniche poste alla base di titoli edilizi rivelatisi illegittimi, nonché gli inammissibili discostamenti da norme morfologiche cogenti – tutti i soggetti coinvolti – scrive il giudice nelle oltre 420 pagine dell’ordinanza – nello sviluppo edificatorio cittadino, che fossero professionisti, politici e imprenditori, erano a conoscenza del fatto che le regole edificatorie venivano abitualmente piegate per soddisfare gli interessi degli investitori”.
La “spartizione del territorio” – Il giudice nelle sue valutazioni autonome sottolinea come “le indagini hanno disvelato l’esistenza di un consolidato sistema di corruttela e commistione tra interessi pubblici e privati, incentrato sulla figura della commissione per il paesaggio, organismo in grado di creare una concentrazione di potere e di veicolarlo verso una spartizione del territorio edificabile a vantaggio di una cerchia ristretta di professionisti e speculatori. In pratica – ragiona il gip – corrompendo il presidente (Marinoni), il vice presidente (Oggioni, arrestato il 5 marzo scorso), e singoli componenti della commissione (tra cui Scandurra), interamente composta da professionisti operanti sul territorio di Milano (a loro volta influenzabili dai primi e soggetti alle pressioni dell’assessore Tancredi), importanti costruttori privati potevano ottenere informazioni, anticipazioni e un occhio di riguardi per le pratiche di interesse”.
“Sistema tentacolare” – Le indagini della Procura di Milano sull’urbanistica “hanno progressivamente restituito un sistema tentacolare e sedimentato, nel quale una parte della classe politica, dei dirigenti comunali, dell’imprenditoria e delle libere professioni – in una commistione inestricabile di conflitto di interessi, mercimonio della funzione pubblica, paraventi istituzionali e propaganda (in termini di rigenerazioni urbane e progetti faraonici) – prospera piegando a proprio uso le regole esistenti, interpretandole capziosamente, ove possibile, o aggirandole in maniera occulta (persino cercando di far approvare dal Parlamento uno scudo di impunità)”. Per il gip “professionisti e imprenditori che dettano le regole (addirittura contribuendo a legiferare) pur di mantenere i privilegi acquisiti – da un lato – e pubblici ufficiali che perseguono i propri interessi privati, subappaltano agli speculatori la pianificazione del territorio, si comportano da commerciali d’azienda e svendono le rispettive prerogative ai migliori offerenti – d’altro lato – rivelano l’esistenza di un fronte comune, che travalica i ruoli dei suoi militanti” aggiunge il giudice.
Nei rispettivi interrogatori preventivi, “nessuno ha ammesso le proprie responsabilità, né tantomeno l’esistenza di un ‘sistema’ quale quello sino a ora descritto. La scelta di tale strategia difensiva – che, sia ben chiaro, è legittima e insindacabile – è tuttavia sintomatica del fatto che nessuno degli indagati abbia voluto prendere le distanze dal meccanismo che li trova, sostanzialmente, accomunati da interessi convergenti, sia sul piano economico, sia su quello politico”.
La presidenza del Tribunale – La notizia degli arresti è stata comunicata dal presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia e dalla presidente della sezione gip-gup Ezia Maccora informando che il gip, “ha emesso in data 30 luglio 2025 l’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali, in particolare di custodia cautelare in carcere nei confronti di Andrea Bezziccheri e di arresti domiciliari nei confronti di Giuseppe Marinoni, Alessandro Scandurra, Giancarlo Tancredi, Pella Federico e Manfredi Catella”. L’ordinanza è “stata eseguita dalla Procura della Repubblica di Milano in data odierna”. Plurime sono “le incolpazioni formulate: di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio (art. 319 e 321 c.p.) nei confronti di tutti gli indagati; di false dichiarazioni su qualità personali (art. 496 c.p.) nei confronti di Marinoni, Scandurra, Tancredi; e di induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319 quater c.p.) nei confronti di Tancredi, Marinoni e Catella”.
L’impostazione accusatoria, esaminata “dal Giudice alla luce della documentazione prodotta dalle difese degli indagati e delle dichiarazioni acquisite a seguito degli interrogatori preventivi ex art. 291 comma 1 quater c.p., effettuati nella giornata del 23 luglio 2025, è stata validata dal Giudice quanto alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, con esclusione” di alcune condotte, ossia alcune ipotesi di corruzione contestate dai pm a Marinoni e l’induzione indebita imputata a Tancredi, Marinoni e Catella e per la quale sono indagati anche Sala e Boeri. “Quanto alle esigenze cautelari connesse al pericolo di reiterazione di reati il giudice ne ha ritenuto la sussistenza ed ha valutato che le stesse possano essere soddisfatte con le diverse misure cautelari applicate e sopra indicate”, conclude il Tribunale. Non erano già stati ritenuti sussistenti dal gip, prima degli interrogatori preventivi, i pericoli di fuga e inquinamento probatorio. icate”, conclude il Tribunale.
Il caso del Pirellino e il messaggio di Boeri – Atti dell’inchiesta c’è un messaggio dell’archistar che il 21 giugno 2023 scrive al primo cittadino: “Ciao Beppe. Scusa il disturbo su un tema che mi riguarda come prof. Davvero non avrei voluto farlo ma domani ho conferimento in Commissione Paesaggio dopo due bocciature su Progetto Bosco Verticale Porta Nuova. Ne ho parlato a lungo con Giancarlo (Tancredi, allora assessore), Mario e Malangone. Marinoni sta sbagliando nel chiederci variazioni che non c’entrano nelle competenze della commissione. E non solo con noi. Se insiste rischiano rottura e ricorso Tar e Catella (Manfredi, l’immobiliarista di Coima) che va sui giornali. Ho suggerito di spostare conferimento. Scusa, ultima cosa crearti problemi ma prendilo come warning per domani. Ciao”.
Sala risponde in giornata che verificherà e il giorno dopo l’“allarme”, la Commissione, presieduta da Giuseppe Marinoni (per cui la procura aveva chiesto il carcere), dà un parere favorevole condizionato. Boeri quindi manda due vocali a Catella (che dopo i pareri negativi di marzo e maggio si era già lamentato con lo stesso Marinoni, ndr) spiegando che le obiezioni del presidente erano sparite completamente. Il 5 ottobre, poi, il progetto ottiene il parere favorevole: l’impatto “dei volumi” e “gravi incongruenze progettuali” si erano attenuate fino a sparire anche grazie, questa l’ipotesi dei pm Petruzzella, Filippini e Clerici – all’intervento dell’ormai ex assessore Giancarlo Tancredi.