
Il rumeno Gheorghe Piperea (Ecr) chiede prove concrete del presunto coinvolgimento russo nella mozione di sfiducia o pubbliche scuse entro 7 giorni
L’estrema destra replica a Ursula von der Leyen e adesso minaccia denuncia. Dopo l’ultimo voto di censura nei confronti della Commissione proposto dall’eurodeputato rumeno dei Conservatori, Gheorghe Piperea, nell’ambito dello scandalo Pfizergate, dal Berlaymont hanno dichiarato che quella mozione, presentata dopo aver raccolto almeno 72 firme tra gli scranni di Strasburgo e con 175 europarlamentari che l’hanno sostenuta, era il prodotto delle attività di disinformazione della Russia.
Un’affermazione che si basa su un recente studio dell’azienda finlandese Check First sulle attività della propaganda di Mosca online e con l’ausilio dell’intelligenza artificiale. Proprio Piperea ha deciso di replicare alle accuse mosse dalla Commissione chiedendo alla presidente di presentare prove concrete del presunto coinvolgimento russo oppure di scusarsi pubblicamente “entro sette giorni”. In caso contrario, ha minacciato di intraprendere “azioni legali per danni presso la Corte di giustizia Ue, coinvolgendo anche i portavoce della Commissione”.
La minaccia di ritorsioni legali è contenuta in una dura lettera aperta indirizzata a von der Leyen e nella quale l’eurodeputato conservatore accusa la presidente della Commissione europea di diffondere “informazioni false” e definisce “infondate” sia le sue dichiarazioni che quelle del portavoce dell’esecutivo Ue Thomas Regnier, basate – sostiene – su studi “non indipendenti”. Gli studi che rilevano l’ingerenza di Mosca sulla sfiducia, evidenzia ancora Piperea, sarebbero “influenzati dall’esecutivo europeo e mirati a screditare le critiche rivolte all’operato della Commissione”. Nella missiva, l’eurodeputato rivendica infine la legittimità democratica della sua mozione di censura e ne ribadisce le motivazioni, a partire dal cosiddetto scandalo Pfizergate, da lui definito “una grave lesione alla verità e alla dignità dei cittadini europei”.