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Stellantis rosso di 2,3 miliardi in 6 mesi: consegne giù del 6%, crollano gli Usa

Il gruppo anticipa i dati finanziari semestrali in rosso con ricavi in calo del 12% e vendite negli Stati Uniti giù del 10 per cento

Una perdita di 2,3 miliardi di euro con ricavi in calo del 12% a 74,3 miliardi. La crisi morde Stellantis e, di fronte a voci incontrollate sui conti, il gruppo franco-italiano ha scelto di anticipare la pubblicazione dei dati finanziari del primo semestre 2025 rispetto alla data annunciata e lo ha fatto nonostante siano provvisori e ancora non revisionati. Il motivo? “Colmare la differenza tra le previsione degli analisti e le performance dell’azienda”. Il non detto è che da giorni circolava l’ipotesi di un rinvio della comunicazione dei dati semestrali, rinfocolata dal ritiro a fine aprile delle stime dopo l’introduzione dei dazi da parte di Donald Trump seguito da un mancato aggiornamento delle previsione di chiusura del 2025.

I conti, in ogni caso, sono pessimi anche a causa degli oneri netti (3,3 miliardi di euro) che nascono dalla cancellazione di programmi di sviluppo come quello sull’idrogeno. Ma un impatto è legato anche all’arretramento di vendite nei principali mercati in termini di volumi. A iniziare dal Nord America, dove Stellantis non può permettersi defaillance. I dati hanno portato a uno scivolamento importante in Borsa, con il titolo andato in profondo rosso.

A pesare, sono soprattutto i numeri del secondo trimestre, quello in cui è scattata la guerra commerciale di Trump. A livello mondiale le consegne si sono fermate a 1,4 milioni di veicoli, con un calo del 6% rispetto all’anno precedente. In Nord America, le consegne del secondo trimestre sono diminuite di circa 109mila unità rispetto allo stesso periodo del 2024, con un calo del 25% su base annua, per “diversi fattori” che “includono – spiega l’azienda – la riduzione della produzione e delle spedizioni di veicoli importati, maggiormente colpiti dai dazi e delle minori vendite alle flotte aziendali”.

Negli Usa, mercato strategico e vera “cassaforte” del gruppo, le vendite totali sono diminuite del 10% rispetto all’anno precedente, nonostante il 13% in più rispetto al 2024 fatto registrare dai due marchi più importanti, Jeep e Ram. Consegne in calo del 6% anche in Europa allargata, mentre tra Medio Oriente, Africa e Sud America si è registrato un aumento del 22% su base annua con 71mila unità. L’incremento è stato dettato soprattutto dai volumi di Turchia, Algeria e Marocco, dove Stellantis ha recentemente annunciato un investimento da 1,2 miliardi di euro per raddoppiare la fabbrica di Kenitra.

I risultati “sono molto sotto il nostro potenziale, anche considerando i forti venti contrari con cui l’industria dell’auto nel suo complesso ha dovuto fare i conti nel primo semestre”, ha detto Doug Ostermann, responsabile finanziario di Stellantis, nella call con gli analisti a commento dei dati. “Abbiamo molto lavoro da fare, in particolare per quanto riguarda la ripresa commerciale. Ci sono stati comunque dei miglioramenti, per esempio c’e’ stata una riduzione dell’outflow. Ovviamente non siamo contenti del punto in cui siamo, ma rispetto al periodo precedente si vedono alcuni passi avanti”.