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West Nile, verifiche su altri due pazienti nel Lazio. L’Iss e i casi casi anche Piemonte, Emilia e Veneto: “Il virus circola”

Un evento che segna un’estensione geografica significativa del virus, tradizionalmente più diffuso nelle regioni settentrionali del Paese

Ormai endemico in Italia, tanto che l’infettivologo Bassetti ha dichiarato che potrebbe essere chiamato il “viruu del Po”, il West Nile ha colpito già quattro persone nel Lazio. Sono quattro i casi autoctoni, precisamente nella provincia di Latina. Un evento che segna un’estensione geografica significativa del virus, tradizionalmente più diffuso nelle regioni settentrionali del Paese. Mentre la situazione al momento non desta allarme, le autorità regionali e sanitarie hanno già attivato un piano di sorveglianza intensificata, disinfestazione e sensibilizzazione per contenere l’eventuale diffusione del virus trasmesso principalmente dalla zanzara Culex pipiens.

Cosa sappiamo sui nuovi casi nel Lazio – I primi due casi confermati nel Lazio sono stati accertati nei comuni di Cisterna e Priverno, nella provincia di Latina. Entrambi i pazienti, rispettivamente di 63 e 72 anni, sono attualmente ricoverati presso l’ospedale Santa Maria Goretti. Le loro condizioni cliniche, secondo la Regione Lazio, sono in miglioramento e non destano preoccupazione. Nelle ore successive alla conferma, sono emersi altri due casi sospetti, ancora in fase di accertamento, sempre nel comune di Latina. A seguito della segnalazione, la ASL di Latina ha avviato controlli entomologici supplementari, focalizzati sulla ricerca dei focolai larvali di zanzare, principali vettori della malattia.

Il virus West Nile: diffusione, sintomi e trasmissione – Il virus West Nile (WNV) è un arbovirus trasmesso attraverso la puntura di zanzare infette, in particolare la Culex pipiens. Non si trasmette da persona a persona, né da uomo a zanzara. Gli esseri umani sono considerati ospiti terminali, poiché non sviluppano una viremia sufficiente per infettare altri vettori. La maggior parte delle infezioni è asintomatica o causa sintomi lievi simil-influenzali. Tuttavia, una piccola percentuale dei contagi può evolvere in forme neuro-invasive gravi, come meningite, encefalite, paralisi flaccide o sindromi simili alla Guillain-Barré, soprattutto in soggetti anziani o immunocompromessi.

Il quadro nazionale: cinque casi confermati nel 2025 – Secondo il primo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) per l’anno 2025, al 15 luglio sono stati segnalati 5 casi confermati di infezione da virus West Nile nell’uomo: 1 caso in Piemonte (provincia di Novara, il primo segnalato il 20 marzo); 1 in Emilia-Romagna; 2 nel Lazio, confermati nella provincia di Latina; 1 in Veneto, nella forma febbrile non neuro-invasiva. Di questi, 4 si sono manifestati in forma neuro-invasiva, confermando la potenziale pericolosità della malattia quando non identificata e trattata precocemente. La sorveglianza veterinaria ha inoltre rilevato la presenza del virus in animali e insetti nelle regioni di Veneto, Piemonte, Sardegna, Emilia-Romagna e Lombardia, segno della continua circolazione ambientale del WNV sul territorio nazionale.

Le misure attivate dalla Regione Lazio – Nonostante non vi sia una situazione di emergenza, il Lazio ha attivato tutte le procedure previste nei casi di infezione da virus trasmessi da vettori. Tra le misure adottate: allerta ai medici di famiglia, pediatri, pronto soccorso e veterinari per favorire la diagnosi precoce e segnalazione dei casi sospetti; Disinfestazione mirata entro un raggio di 200 metri dai luoghi dove si sospetta la circolazione virale; Sensibilizzazione della popolazione sui comportamenti da adottare per prevenire le punture di zanzara; Sorveglianza straordinaria negli allevamenti equini e test sierologici nelle aree interessate; Censimento e georeferenziazione dei piccoli corpi idrici (canali, fossi, canalette) da parte delle amministrazioni locali per l’attivazione di trattamenti larvicidi. La Regione sottolinea come la Culex pipiens sfrutti, nel territorio della provincia di Latina, piccoli corsi d’acqua stagnanti e canalette di scolo, rendendo fondamentale l’intervento sistematico e capillare nelle aree periurbane.

Appello alla vigilanza clinica e prevenzione – Particolare enfasi viene posta sulla valutazione neurologica precoce da parte dei medici in presenza di febbre persistente o sintomi neurologici, specialmente in persone fragili o a rischio. L’infezione da West Nile deve essere considerata nella diagnosi differenziale in casi di encefalite, meningite a liquor limpido, poliradicoloneuriti e paralisi flaccide acute. Poiché non esistono al momento vaccini per uso umano contro il virus West Nile, la prevenzione delle punture di zanzara è l’unica vera strategia protettiva. Tra i comportamenti raccomandati: Utilizzare repellenti cutanei; Indossare abiti chiari e coprenti nelle ore serali e notturne; Eliminare i ristagni d’acqua nei pressi delle abitazioni (sottovasi, secchi, tombini);
Installare zanzariere a porte e finestre. Ulteriori informazioni e aggiornamenti sono disponibili sul sito ufficiale della Regione Lazio (salutelazio.it/west-nile) e sul portale dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani (www.inmi.it/seresmi).

Un’estate sotto sorveglianza – Il caso del Lazio dimostra come la diffusione geografica del virus West Nile si stia ampliando, complice probabilmente anche il cambiamento climatico, che favorisce la proliferazione dei vettori in aree precedentemente non endemiche. Insieme alla crescente incidenza di altri virus tropicali importati o autoctoni come Dengue, Chikungunya, Zika, la situazione impone una vigilanza costante e una risposta sanitaria coordinata. La sfida che le autorità sanitarie italiane si trovano ad affrontare in questa estate 2025 non è solo quella del contenimento dei singoli focolai, ma soprattutto quella della prevenzione, educazione e consapevolezza collettiva. Una zanzara può sembrare innocua, ma nella stagione giusta e nel contesto sbagliato può diventare veicolo di una malattia insidiosa.