Giustizia

“Incontrollata espansione edilizia” a Milano, chiesti 6 arresti: ci sono l’assessore Tancredi e l’imprenditore Catella

La Procura di Milano chiede l'arresto dell'assessore Tancredi ("asservimento sistemico") e altre 5 persone nell'inchiesta sull'urbanistica. Accuse di corruzione e falso. Duri riferimenti al sindaco Sala

Era tutto iniziato con un palazzo tirato su dentro un cortile, un piccolo caso venuto a galla nel 2022. A tre anni di distanza, l’ultimo passo dell’inchiesta sulle presunte speculazioni edilizie a Milano rischia di terremotare Palazzo Marino: una valanga giudiziaria che promette anche ulteriori sviluppi. La morsa stretta dalla Procura di Milano su un “sistema” di “speculazione edilizia selvaggia”, rimasto “indisturbato” per anni ha portato oggi alla richiesta di arresto per l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi con le accuse di concorso in corruzione, falso e induzione indebita. Fino al 2021 dirigente comunale che già “si era trovato a decidere su interventi cruciali” sul fronte immobiliare e poi assessore, i pubblici ministeri Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici hanno chiesto per lui i domiciliari perché avrebbe dimostrato un “asservimento sistemico” a “società e gruppi finanziari”.

Un salto di qualità in questa nuova tranche delle inchieste sull’urbanistica, col quale il pool guidato dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano ha chiesto i domiciliari anche per Manfredi Catella, fondatore e Ceo di Coima, ovvero il re del mattone degli ultimi quindici anni in città. Il carcere invece è stato chiesto per Giuseppe Marinoni, presidente della Commissione paesaggio fino ad aprile e definito dagli inquirenti “faccendiere” e “lobbista”, per Alessandro Scandurra, anche lui componente della Commissione, e anche per l’immobiliarista Andrea Bezziccheri di Bluestone (gli sono stati sequestrati 120mila euro in contanti) e Federico Pella, manager e socio della società di ingegneria J+S.

“Il fenomeno, legato ad alcuni profili di incontrollata espansione edilizia, ha assunto dimensioni di rilievo notevolissimo”, ha detto il procuratore Marcello Viola. Mentre dalle carte depositate, dopo le perquisizioni e acquisizioni anche a Palazzo Marino della Guardia di Finanza, vengono fuori oltre una ventina di indagati, tra cui l’archistar Stefano Boeri, già coinvolto in altri due procedimenti tra cui il caso Beic. E non mancano riferimenti netti e duri dei magistri nei confronti del sindaco Giuseppe Sala, non indagato.

Negli atti si legge di “eversive degenerazioni in cui opera la Commissione per il paesaggio” con una “strumentalizzazione che ne fa la parte politica, principalmente l’assessore Tancredi, in sintonia con il sindaco Sala ed il direttore generale Christian Malangone (servendosi del faccendiere Marinoni), per portare avanti relazioni private con gruppi della finanza immobiliare attivi a Milano e la soddisfazione dei loro interessi”. Il tutto “nella cornice di un’azione amministrativa viziata da una corruzione circolare, edulcorata all’esterno”. Dopo una giornata di silenzio, a sera Sala ha sostenuto che l’amministrazione “non si riconosce nella lettura che viene riportata” nelle carte e che Tancredi “si sta confrontando con i suoi legali prima di assumere qualunque iniziativa”. Anche Boeri si è detto estraneo, mentre Catella si è detto certo di avere “modo di affermare con determinazione” che “la trasparenza e la legalità sono fondanti per il nostro gruppo”.

Tuttavia, ad avviso dei pm, ci sarebbe stato un sistema “deviato” che si sarebbe basato su “varianti” ai piani regolatori, camuffate, secondo i magistrati, con l’interesse pubblico con richiami “all’edilizia residenziale sociale” per aumentare volumetrie e altezze a vantaggio delle imprese. Tancredi sarebbe stato la “copertura” politica di Marinoni nel “patto corruttivo” per realizzare una sorta di “Piano di governo del territorio ombra”. Voluminoso, sempre secondo i magistrati, il giro di consulenze remunerate per i tecnici che lavoravano per il Comune. Marinoni avrebbe incassato, coinvolgendo nel meccanismo società immobiliari e studi, “alte parcelle” dalla J+S di Pella, mentre Scandurra sarebbe arrivato a prendere fino a 2,5 milioni di euro.

Nelle centinaia di pagine di atti – tranche seguita all’arresto di marzo di Giovanni Oggioni, ex vicepresidente della Commissione Paesaggio e che avrebbe pure preso parte alla stesura della “Salva Milano” per bloccare le indagini – sono riportate le vicende relative ai numerosi interventi nel mirino: dai Bastioni di Porta Nuova fino agli scali ferroviari di Porta Romana, ossia lo “studentato post Villaggio Olimpico”, e al progetto dell’ex Pirellino-Torre Botanica. Su quest’ultimo fronte, per arrivare al parere favorevole dalla Commissione, Boeri avrebbe parlato anche con Sala usando toni in una chat – dicono i pm – “molto risoluti e di comando”. Sulle sei richieste di arresti dovrà decidere il gip Mattia Fiorentini (che ha già escluso i pericoli di fuga e inquinamento probatorio), dopo gli interrogatori preventivi del 23 luglio.