Cronaca

Tre cambi per spostarsi in treno sulla costa calabra: altro che modernizzazione della ferrovia col Pnrr!

I lavori di elettrificazione della Ferrovia Jonica, fermi nonostante i fondi PNRR, e le conseguenze per i collegamenti in Calabria. Il racconto di un cittadino

di Giovanni Muraca

Sembrava tutto filare liscio visto l’arrivo dei soldi dei fondi Pnrr per l’avanzamento dei lavori di elettrificazione della ferrovia jonica partiti nel 2018, ma non è andata così.

Già da settembre 2024 la circolazione sulla ferrovia era stata sospesa sulla tratta Sibari-Catanzaro Lido fino a giugno 2025 (tratta interessata da lavori di elettrificazione e ammodernamento), ma i motivi del fermo non erano chiari. Qualche timido messaggio faceva intendere che lo stop era dovuto alla “modernizzazione” della linea in tema di tecnologia e segnalazione marcia treni (in teoria – tutti quegli interventi tecnologici che porterebbero l’infrastruttura ad essere più sicura e di conseguenza più veloce), ma non per il discorso “catenaria” (la posa dei pali nella tratta – eccetto per il tratto della galleria di Cutro – erano già stati completati nel 2019).

In effetti, qualcosa è andato avanti, ma molto lentamente. Da voci in loco, però sembra che quel “qualcosa” abbia avuto i giorni contati.

Con l’entrata in vigore dell’orario estivo di Trenitalia, si scopre che tutta la zona intorno a Corigliano-Rossano, centri già di per sé densamente abitati in una dimensione non turistica, è attualmente servita solo dal traffico locale tra Sibari e Crotone. La tratta più a sud, tra Crotone e Catanzaro Lido (quest’ultima servita da bus) risulta ancora interrotta. Per la stagione calda, in un territorio che avrebbe grandi potenzialità turistiche e che è sempre stato penalizzato per molti versi, si prevedono giorni difficili per chi vuole muoversi su ferro. Per le tratte non locali, ora si avranno tempi di percorrenza più lunghi perché, per percorrere 368 km di costa, devi cambiare tre volte.

Scenario simile per chi utilizza i servizi “intercity” rimasti che, con l’arrivo dei mezzi ibridi Hitachi Rail, avevano visto ritornare un collegamento decente dismesso dal 2008: quello con le città di Bari e Lecce da/per Reggio Calabria via Catanzaro Lido. I servizi, da Sibari, sono ora e fino a settembre instradati via dorsale tirrenica indi, arrivati a Lamezia Terme Centrale, percorrono la trasversale verso la stazione marittima del capoluogo di regione per poi riprendere il percorso normale fino alla città metropolitana e viceversa. Anche una questione di traffico su rete nazionale che verte tutto su Sibari.

L’unica coincidenza possibile e veloce per l’utenza in questione è quella con la coppia di Frecciarossa per Bolzano (con partenza dalla sibaritide alle 06:24), altrimenti bisogna armarsi di pazienza (già messa alla prova in una situazione quotidiana) e arrivare fino a Paola. A onor del vero va detto che l’implemento del sistema Europeo “ERTMS “(European Rail Traffic Management System), utile a omologare la sfortunata ferrovia agli standard europei, è andata avanti. Il quesito è se anche il resto verrà implementato e in tempo visto che la scadenza del 2026 dei fondi Pnrr è vicina.

Quesito che, come si apprende oggi dalle testate locali , preoccupa l’On. Davide Tavernise, consigliere M5S in regione, il quale presenterà un’interrogazione al Presidente della Giunta circa quest’ulteriore stop che, insieme agli altri passati (ricordiamo non tutti derivati da RFI), rende il compimento dell’opera quasi una chimera.

In Italia, il divario nord-sud si fa sempre più evidente, ma la cosa più curiosa, è il proprio la retrocessione e l’involuzione di tante cose di cui non ne se ne capisce mai la ragione né il motivo per cui delle opere ci mettano tanto a essere terminate (e che la popolazione merita).
Tantomento se si pensa al passato: una ferrovia considerata “secondaria” e forse strutturalmente conciata peggio rispetto a ora ma che fino al 2008 vedeva percorrere treni diretti per il Nord (seppur con tempi di percorrenza biblici). Ora devi repurtarti fortunato se ne trovi uno per Trebisacce. Queste situazioni sono dei cortocircuiti infiniti che rendono le opere pubbliche un punto su cui fare una lunga e profonda riforma.

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