Cronaca

Esplosione a Roma, morto Claudio Ercoli: l’ispettore di piazza del distributore era tra i feriti più gravi

Nel fascicolo di indagine della Procura di Roma ora potrebbe essere contestato il reato di omicidio colposo, oltre a quello di disastro e lesioni, al momento a carico di ignoti

Le ustioni di terzo grado, riportate sul 55% del corpo, non gli hanno lasciato scampo. È morto nella notte Claudio Ercoli, 67enne ispettore di piazza dell’impianto, rimasto gravemente ferito nell’esplosione avvenuta venerdì nel distributore di gpl alla periferia di Roma. Il decesso è avvenuto a causa di uno shock termico irreversibile, nonostante i tentativi del personale medico del Centro grandi ustionati del Sant’Eugenio. Poco prima della deflagrazione, secondo quanto emerso, Ercoli stava effettuando una verifica tecnica di routine sulla cisterna. Era stato soccorso da un carabiniere che lo aveva portato via dalla sua auto già avvolta dalle fiamme, poi era stato trasferita al Pronto Soccorso a bordo di una pattuglia dell’Arma. Nel fascicolo di indagine della Procura di Roma ora potrebbe essere contestato il reato di omicidio colposo.

Ercoli – insieme a Mauro Bagaglini, l’autista dell’autocisterna – era tra i feriti più gravi trasportati all’ospedale Sant’Eugenio. La vittima però non era un dipendente Eni (come erroneamente dichiarato in precedenza). “In merito alla triste notizia della scomparsa di una delle persone ferite nell’esplosione del distributore di Ecogasauto, Eni precisa che nessuna persona della Società è stata coinvolta nell’incidente, non essendo l’impianto di proprietà di Eni”, fa sapere la società in una nota. “Come già evidenziato il giorno dell’incidente – aggiunge – l’impianto di distribuzione di gpl e carburanti è una stazione di servizio della società Ecogasauto srl che ha in utilizzo il marchio Eni. Inoltre, il gpl viene trasportato e gestito nell’impianto direttamente da Ecogasauto”.

E oggi pomeriggio, al reparto di chirurgia plastica del Policlinico Umberto I, i due agenti della Polizia di Stato rimasti feriti nell’incidente – il vice-ispettore Marco Neri e l’agente Francesco D’Onofrio – sono stati sottoposti a delicati interventi chirurgici per la ricostruzione delle aree del corpo maggiormente colpite dalle fiamme. Entrambi hanno riportato ustioni estese e restano in prognosi riservata.

Intanto le indagini proseguono. I pm della Procura di Roma, che indagano sull’esplosione avvenuta in via dei Gordiani, valutano di affidare una maxi-consulenza per accertare in primo luogo se nell’’impianto Gpl siano state rispettate tutte le procedure di sicurezza. I magistrati di piazzale Clodio lunedì hanno effettuato un primo vertice con i vigili del fuoco e con le forze dell’ordine intervenute. Si sono analizzate le informative trasmesse e gettato le base per i futuri step di una indagine, ancora contro ignoti, e in cui si procede per disastro colposo e lesioni. Al momento non si esclude che le fattispecie contestate possano aumentare e comprendere, oltre all’omicidio colposo- anche reati ambientali.

Chi indaga, grazie anche all’analisi delle telecamere presenti nella zona, vuole cercare di ricostruire quanto avvenuto nei momenti precedenti alla deflagrazione. Non si esclude l’errore umano ma la consulenza punterebbe a cristallizzare eventuali responsabilità anche sul mancato rispetto della normativa in tema di sicurezza. Alla luce dell’attività istruttoria si procederà con le prime iscrizioni nel registro degli indagati.