Ambiente

Crisi climatica, “le ondate di calore hanno triplicato i morti: 1500 in 10 giorni”. Milano in testa tra le città europee: 317 decessi

Uno studio coordinato dall’Imperial College di Londra e dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine analizza 12 città: a Milano, 317 decessi in più in 10 giorni

Le ondate di calore uccidono in silenzio. E sempre più persone. Il cambiamento climatico causato dall’uomo ha intensificato la recente ondata di calore europea facendo triplicare, secondo un nuovo studio europeo, il numero di decessi registrati in dodici città del Continente tra il 23 giugno e il 2 luglio scorsi. Un’analisi condotta da ricercatori dell’Imperial College di Londra, della London School of Hygiene & Tropical Medicine, dell’Università di Berna, del Royal Netherlands Meteorological Institute e dell’Università di Copenhagen, infatti, stima che circa 1.500 delle 2.300 morti registrate in quei giorni (il 65 per cento), sono il risultato del cambiamento climatico dovuto all’utilizzo dei combustibili fossili e che ha aumentato le temperature dell’ondata fino a 4°C in tutte le città. Dati che mostrano quanto sia urgente per queste e altre città adattarsi alle temperature sempre più torride (Leggi l’approfondimento sull’Italia).

La ricerca condotta su 12 città europee – Si tratta del primo studio rapido che stima il numero di decessi legati al cambiamento climatico per un’ondata di calore, utilizzando metodi di peer-review e modelli e dati storici di mortalità. In primo luogo, i ricercatori del World Weather Attribution hanno analizzato i dati meteorologici storici per capire quanto sarebbero state intense le temperature senza un riscaldamento globale di 1,3°C. Hanno poi utilizzato le ricerche pubblicate sulla relazione tra il caldo e il numero di decessi giornalieri, indipendentemente dalla causa, nelle città, combinando queste funzioni di rischio di mortalità per stimare il numero di decessi legati al caldo sia nella recente ondata di calore che in un ipotetico evento più fresco nell’arco di dieci giorni. Il lavoro mette in evidenza come le ondate di calore siano dei killer silenziosi: la maggior parte dei decessi legati al calore non viene segnalata e le stime ufficiali del governo possono richiedere mesi per essere pubblicate o potrebbero non essere mai rese note. “Il cambiamento climatico uccide. Sta intensificando le ondate di calore e sta spingendo le persone vulnerabili al limite” commenta Konstantinoudis Garyfallos, del Grantham Institute – Climate Change and the Environment dell’Imperial College London, sottolineando che “ogni frazione di grado di riscaldamento fa un’enorme differenza”.

Quanto il cambiamento climatico aumenta il numero dei decessi – Il caldo estremo ha attraversato l’Europa tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, con temperature superiori ai 40°C in diversi Paesi. Le condizioni di caldo torrido hanno portato a limitazioni delle ore di lavoro all’aperto in Italia, alla chiusura di oltre 1.300 scuole in Francia, alla chiusura di un reattore nucleare in Svizzera e allo scoppio di incendi in Grecia, Spagna e Turchia. Lo studio analizza i dati di dodici città. Il cambiamento climatico sarebbe responsabile di 317 decessi in più stimati a Milano, che ha il primato assoluto, 286 a Barcellona, 235 a Parigi, 171 a Londra, 164 a Roma, 108 a Madrid, 96 ad Atene, 47 a Budapest, 31 a Zagabria, 21 a Francoforte, 21 a Lisbona e 6 a Sassari. Circa il 90% dei decessi a Madrid è stato attribuito al cambiamento climatico, la percentuale più alta tra le città. A sottolineare il primato di Milano, Federico Spadini della campagna clima di Greenpeace Italia. “Le temperature record di questo inizio estate – spiega – stanno rendendo le nostre vite un vero e proprio inferno climatico, con morti premature triplicate, complicazioni di salute e impossibilità a svolgere le attività di tutti i giorni. E questa situazione è la diretta conseguenza della nostra dipendenza dai combustibili fossili, come ci dimostra lo studio appena uscito”. Sebbene si tratti di stime, i ricercatori confrontano il probabile bilancio delle vittime del calore guidato dal cambiamento climatico in molte città europee con il numero delle vittime di alcuni disastri recenti “tra cui le inondazioni di Valencia del 2024 (224 morti) e le inondazioni del 2021 nel nord-ovest dell’Europa (243 morti)”.

Le persone più a rischio – I ricercatori avvertono che il caldo può essere pericoloso per tutte le fasce d’età, con una stima di 183 decessi tra le persone di età compresa tra i 20 e i 64 anni, ma “lo studio ha evidenziato che le persone di età pari o superiore a 65 anni hanno rappresentato l’88% dei decessi legati al cambiamento climatico” spiega Agostino di Ciaula, presidente del comitato scientifico dell’Associazione italiana medici per l’ambiente (Isde Italia). Lo studio evidenzia come in Europa siano stati compiuti buoni progressi nello sviluppo di piani d’azione per il caldo, che definiscono le azioni che possono essere intraprese prima e durante le alte temperature pericolose ma, come raccontato da ilfattoquotidiano.it spesso piani e strategie non sono sufficienti (leggi l’approfondimento) e i cantieri restituiscono ai cittadini luoghi che non seguono affatto i criteri di adattamento climatico. “Per proteggere le persone dalle ondate di calore più pericolose – spiegano i ricercatori – sono necessarie strategie a lungo termine per ridurre l’effetto dell’isola di calore urbana, come l’espansione degli spazi verdi e blu, oltre a misure a breve termine come i centri di raffreddamento e i sistemi di supporto formale per le popolazioni vulnerabili”.