Fatti a motore

Tecnologia, ergonomia e comodità. Ecco i segreti degli interni di Dacia Bigster

L'abitacolo è razionale e funzionale, sia nella strumentazione che nei materiali utilizzati. Sono tre i tipi di consolle disponibili

Duecentosettanta centimetri, scusate se sono pochi. È il passo della nuova ammiraglia di Dacia, la Bigster, il Suv sviluppato per presidiare il redditizio segmento C, quello nel quale gli automobilisti europei non intendono fare compromessi tra dotazioni, linee e costi. Non a caso lo stesso costruttore assicura che “Bigster offre tutto ciò che i clienti del segmento considerano essenziale ma ad un prezzo Dacia, fedele al posizionamento del marchio “best value for money” (il miglior valore per la spesa).

E se esternamente designer e ingegneri si sono concessi qualche soluzione estetica inedita per il marchio, gli interni continuano a restare tradizionalmente essenziali. Allo stesso tempo sono però anche spaziosi, ergonomici e comodi. Per effetto dell’intervento sulla plancia, che rispetto ad altri modelli è non solo verticale, ma anche rialzata, chi sta davanti ha a disposizione più posto. Dacia spiega che “per ragioni di concretezza ed efficienza, tutte le informazioni relative alla guida sono state riunite nel quadro strumenti digitale da 7” o 10”, mentre quelle che riguardano il sistema multimediale compaiono sul schermo tattile centrale da 10,1””. Le diagonali dei primi due dipendono dall’allestimento scelto, mentre quella del secondo fa parte dell’equipaggiamento di ogni Bigster, indipendentemente dalla versione. In ogni caso, i due monitor sono collegati da un’elegante linea verde che contribuisce a fonderli visivamente sulla plancia.

Il Suv è stato concepito per essere personalizzabile come una Dacia non era mai stata prima d’ora: le consolle centrali disponibili sono addirittura tre e dipendono dalla versione scelta. Oltre a quella bassa e media, per la prima volta su un’auto del costruttore rumeno si può avere, appunto, anche rialzata con il bracciolo e con il vano refrigerato oltre che dotata di caricabatterie a induzione e un vano portaoggetti decisamente capiente.

Agli stessi sedili, quelli che contribuiscono a rendere confortevole e piacevole (o meno) un viaggio, è stata riservata un’attenzione particolare a cominciare dai tessuti. Anche questi ultimi si sposano con il tipo di allestimento preferito: sulle declinazioni Essential e Expression si distinguono per semplicità e piacevolezza, mentre sulla Extreme, quella immaginata per le escursioni in fuori strada e gli utilizzi all’aria aperta, per resistenza e facilità di pulizia. Il comfort superiore è riservato alla Journey. Il logo Dacia a “Y” sottolinea il legame tra il design interno e quello esterno. Fuori è evidente dalla firma luminosa dei gruppi ottici anteriori e posteriori, mentre dentro è stata inserita sulle bocchette dell’aria (anche la superficie ha una trama a Y) e sul rivestimento delle maniglie delle porte.