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Mediobanca alletta gli azionisti per sventare l’offerta di Mps: “Nei prossimi tre anni vi verseremo 4,9 miliardi”

Nuova mossa difensiva in risposta all'offerta del Monte. Il titolo sale in Borsa e si allarga lo sconto dell'ops di Rocca Salimbeni

Mediobanca sfida il Monte dei Paschi di Siena, che come è noto ha presentato un’offerta pubblica di scambio per Piazzetta Cuccia. Per renderla meno appetibile, il gruppo guidato da Alberto Nagel nel piano aggiornato al 2028 approvato giovedì dal cda promette agli azionisti che non consegneranno le proprie quote a Mps una remunerazione da 4,9 miliardi in tre anni, di cui 4,5 in dividendi e il resto con un buyback. Dopo l’annuncio il titolo ha guadagnato terreno in Borsa salendo a 19,5 euro mentre Mps cede a 7 euro: lo sconto dell’ops di Rocca Salimbeni si allarga così all’8,6%, pari a un gap di circa 1,4 miliardi rispetto alle valutazioni di mercato.

“Abbiamo un confronto che è chiaro. Ci dice chiaramente che non c’è match tra le due storie dal punto di vista industriale”, ha detto Nagel agli analisti spiegando che “non possiamo evitare di dare ai nostri azionisti la prospettiva di Mediobanca stand alone come contrapposta a Mediobanca integrata nel Monte dei Paschi”. C’è in realtà, ha aggiunto Nagel, anche “la terza opzione, Mediobanca stand alone più Banca Generali, su cui Piazzetta Cuccia ha a sua volta presentato un’offerta di scambio offrendo al Leone di Trieste la propria partecipazione in cambio della controllata. Ipotesi su cui avrebbero dovuto esprimersi gli azionisti, prima che il consiglio di amministrazione decidesse in extremis di rinviare l’assemblea temendo la debacle. Tant’è: in caso di fusione con Banca Generali “Mediobanca potrebbe centrare ricavi pari 5 miliardi di euro nel 2028, rispetto ai 4,4 miliardi stimati nello scenario stand-alone”, stando alle slide presentate da Nagel.

Quanto all’offerta di Mps, nella nota diffusa venerdì mattina Mediobanca individua “evidenti elevati rischi di esecuzione” fra cui “avere la realtà aggregata un profilo di banca commerciale di medie dimensioni indifferenziata, ad elevato assorbimento di capitale, altamente sensibile al contesto macroeconomico, senza rafforzamento in alcuno dei segmenti di attività di Mediobanca e rimanendo viceversa immutati i rischi insiti nel bilancio di MPS; la riduzione a doppia cifra dell’EPS, per le limitate sinergie da funding, la presenza di cospicue dissinergie di ricavo e la sostanziale assenza di reali sinergie di costo; prevedibile invece l’emergere di un cospicuo costo di retention legato ai promotori finanziari e ai private & investment bankers”.

Tornando al nuovo piano “One Brand-One Culture”, a fine periodo – 2028 – si stimano ricavi per oltre 4,4 miliardi (+20% nel triennio con una crescita media annua del +6%), un utile netto di 1,9 miliardi, +45% nel triennio, con un utile per azione a 2,4 euro (crescita media annua +14%). L’utile netto ordinario arriverà a 1,7 miliardi (+30% nel triennio) con un utile per azione di 2,1 euro (+9% annuo). L’aggiornamento delle proiezioni economico finanziarie conferma la visione in base alla quale il segmento prevalente di sviluppo sarà il wealth management, cioè la gestione dei patrimoni. Previsto un potenziamento del franchise e dell’offerta in tutti i segmenti di attività con 330 nuove risorse inserite appunto nel wealth management, mentre la rete diretta del credito al consumo di Compass vedrà un ulteriore ampliamento (da 335 a 373 punti vendita).

La gestione della ricchezza registrerà la maggior crescita, oltre 0,2 miliardi nel triennio sino a 1,2 miliardi, e dovrebbe dare il maggior contributo alla crescita dei ricavi di gruppo oltre che di commissioni, in modo complementare al corporate e investment banking. Il corporate finance “manterrà la sua funzione di motore della crescita” del margine di interesse con uno sviluppo dei ricavi complessivi per 0,2 miliardi (a circa 1,5 miliardi) mentre il segmento Insurance “confermerà la sua contribuzione positiva al Gruppo con ricavi in crescita di 0,2 miliardi (a circa 0,7 miliardi)”.