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Armi all’Ucraina, il governo Meloni mantiene le restrizioni in disaccordo con Merz: vietato l’uso a lungo raggio

Il cancelliere tedesco aveva annunciato la fine delle limitazioni per l'esercito di Kiev con l'accordo di Francia e Gran Bretagna. Ma l'Italia, che ha inviato missili Storm Shadow, resta contraria

Il governo italiano non ha intenzione di togliere il limite alla gittata delle armi che vengono inviate in Ucraina, dicono due esponenti di governo a conoscenza della questione. Una linea diversa da quella del cancelliere tedesco Friedrich Merz che, alla vigilia della visita di mercoledì del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Berlino, ha annunciato la fine delle restrizioni spiegando di avere l’accordo anche con Francia e Gran Bretagna. Il governo tedesco fornirà all’Ucraina missili Taurus a lunga gittata.

La scelta di Palazzo Chigi è quella di non commentare una decisione presa da un altro governo, ma il governo italiano non ha intenzione di seguire quello tedesco. La premier Giorgia Meloni a giugno 2024 aveva già criticato una dichiarazione in questa direzione fatta dall’ex segretario della Nato Jens Stoltenberg favorevole alla possibilità di colpire la Russia: “Ci vuole prudenza, non so perché dica così”, aveva commentato. La posizione oggi non è cambiata.

Una linea che arriva anche dopo gli attacchi della Lega a Merz, leader della Cdu principale forza politica del Partito Popolare Europeo. Due giorni fa la linea, concordata col vicepremier leghista Matteo Salvini, l’aveva data il presidente della Commissione Politiche Europee della Camera Alessandro Giglio Vigna che aveva definito “grave” la scelta di “alcuni Paesi europei di fornire all’Ucraina armi capaci di colpire e uccidere in territorio russo. Tutti dovrebbero ascoltare le parole di Papa Leone e lavorare per la pace, non alimentare la guerra”. Oggi il profilo X della Lega ha rilanciato la notizia di Merz con questo commento: “Qualcuno in Europa vuole avvicinare la terza guerra mondiale? Assurdo. Che ascoltino le parole di Pace di Papa Leone XIV”.

Ogni Paese che invia armi all’Ucraina può eliminare le restrizioni alle proprie armi autonomamente. Anche se gli undici pacchetti di aiuti militari a Kiev sono secretati, l’Italia ha inviato anche delle batterie di missili Storm Shadow potenzialmente a lunga gittata ma non vuole eliminare le restrizioni sull’utilizzo in territorio russo.

Nonostante ci siano restrizioni, non è chiaro chi alla fine controlli l’utilizzo delle nostre armi inviate all’Ucraina.