
Mira a estendere la responsabilità dell'appaltante in qualsiasi circostanza abrogando un comma del decreto 81 del 2008, modificato varie volte fino al testo della legge 215 del 2021
Committenti sempre responsabili, senza esclusioni, così da aumentare la sicurezza sul lavoro e scoraggiare la catena di appalti e subappalti nella quale spesso si annacqua il rispetto delle norme che tutelano i lavoratori. È questo lo scopo inseguito dai promotori del quarto quesito dei referendum abrogativi per i quali gli italiani sono chiamati a votare l’8 e il 9 giugno. L’obiettivo è quello di cancellare un comma del decreto 81 del 2008, il cosiddetto Testo Unico, modificato varie volte fino al testo della legge 215 del 2021, che esclude la responsabilità anche del committente in caso di infortuni subiti da un dipendente della ditta appaltatrice o subappaltatrice nel caso in cui il danno venga subito per “rischi specifici propri delle attività” delle imprese che stanno eseguendo i lavori.
Cosa cambia se vince il sì
Un esempio pratico: se un’azienda della grande distribuzione sta facendo ristrutturare il proprio supermercato a un’impresa edile e un muratore si ferisce o muore durante le fasi di demolizione, oggi non è corresponsabile e quindi non è tenuta a risarcire i danni all’operaio ferito o alla sua famiglia in caso di decesso. I proponenti vorrebbero che la corresponsabilità ci fosse in qualsiasi caso di infortunio che coinvolge i lavoratori dipendenti dell’appaltatore o del subappaltatore, anche quando non indennizzati da Inail o Ipsema. Nessuna eccezione. Abrogare la norma estendendo la responsabilità dell’imprenditore committente, sostengono, significa garantire più sicurezza.
Cosa dice il comitato promotore
“Cambiamo le leggi che favoriscono il ricorso ad appaltatori privi di solidità finanziaria, spesso non in regola con le norme antinfortunistiche. Abrogare le norme in essere ed estendere la responsabilità dell’imprenditore committente significa garantire maggiore sicurezza sul lavoro”, ha detto il comitato promotore nel lanciare il quarto quesito referendario. L’idea è quella di spingere le committenti a una maggiore vigilanza sulle condizioni di lavoro delle imprese in appalto e subappalto, scoraggiando chi fa ricorso al lavoro in “nero” o scarsamente professionalizzato, nonché a ridurre la catena della cessione effettiva del lavoro su aziende sempre più piccole deputate poi a far fronte ai costi per la sicurezza.
Quanti sono gli incidenti sul lavoro
Nel 2024, dati Inail, i casi mortali denunciati sono stati 1.077, cioè 48 in più rispetto ai 1.029 del 2023. L’aumento è il risultato di sette decessi in più avvenuti in occasione di lavoro (dai 790 del 2023 ai 797 del 2024) e di 41 in più in itinere (da 239 a 280). Ad aumentare sono state soprattutto le morti nell’industria e nei servizi, arrivate a 686 dalle 669 del 2023. Tra i settori con più decessi avvenuti in occasione di lavoro ci sono anche le costruzioni con 156 casi (contro i 150 del 2023) e il trasporto e magazzinaggio con 111 casi (109 nel 2023). Gli incidenti plurimi, cioè quelli in cui è morto più di un lavoratore, hanno provocato 39 vittime, cinque in più rispetto alle 34 dell’anno precedente. Lo scorso è infatti stato l’anno delle stragi sul lavoro con i casi del cantiere Esselunga di Firenze, della centrale Enel Green Power sul lago di Suviana, delle fogne di Casteldaccia, dell’Eni di Calenzano e della Toyota Handling Material di Bologna.