Cronaca Nera

Caso Resinovich, per la Procura di Trieste “Visintin aggredì e soffocò” la moglie Liliana

La ricostruzione del pubblico ministero Ilaria Iozzi è contenuta in una richiesta di incidente probatorio per ascoltare Claudio Sterpin, amico della 63enne

“Visintin aggredì e soffocò Liliana Resinovich”. È questa la tesi della procura di Trieste, anticipata da Il Piccolo. La ricostruzione del pubblico ministero Ilaria Iozzi è contenuta in una richiesta di incidente probatorio per ascoltare Claudio Sterpin, amico della 63enne scomparsa il 14 dicembre 2021 a Trieste e trovata morta dopo 20 giorni.. Per l’accusa Resinovich fu uccisa dal marito “nel parco dell’ex ospedale psichiatrico”.

Nella ricostruzione riportata dal quotidiano, Sebastiano Visintin avrebbe aggredito sua moglie Resinovich “all’interno del parco dell’ex Opp, in prossimità di via Weiss, all’altezza del civico 21, con afferramenti, compressioni, percosse, urti e graffi, tutti indirizzati in diverse sedi del capo, alla mano destra, al torace ed agli arti” e “ne cagionava la morte avvenuta mediante soffocazione esterna diretta (asfissia meccanica esterna), quale conseguenza di afferramento e compressione del volto della vittima”. Il tutto sarebbe stato commesso il 14 dicembre 2021, giorno della scomparsa della donna.

Ad aprile scorso è stata diffusa la notizia Sebastiano Visintin era stato iscritto nel registro degli indagati. Pochi giorni prima Sergio Resinovich, fratello della vittima, aveva chiesto che la magistratura indagasse su Visintin, accusandolo di un coinvolgimento nella morte di Liliana. Ed era stato particolarmente circostanziato nelle sue accuse, indicando anche “familiari e persone che gli sono vicini”, in particolare “il figlio, sua moglie e la cerchia dei loro amici”. Aveva anche indicato un movente, parlando di femminicidio a sfondo economico con, in più, una volontà di “controllo”. Già due anni fa Sergio aveva depositato in procura un atto in cui faceva la stessa richiesta. Ed infine un dettaglio: “Solo lui aveva convenienza a far trovare il corpo perché così entrava in possesso dell’eredità, di cui un terzo è stato dato a me, e rientrava anche nella reversibilità della pensione“. La svolta nel caso si è avuta quando il gip del tribunale di Trieste, Luigi Dainotti, smontò la richiesta di archiviazione della procura disponendo una serie di nuove indagini e chiedendo di indagare per omicidio.