Fatti a motore

Fari abbaglianti per segnalare un posto di blocco delle Forze dell’Ordine? Si rischia una multa

L’articolo 153, comma 11, vieta l’uso improprio dei dispositivi di illuminazione. La sanzione amministrativa va da 87 a 244 euro. E i navigatori...

Perlomeno una volta, è capitato a ogni automobilista di vedersi “sfanalare” con gli abbaglianti da qualche auto proveniente dalla corsia di marcia opposta per poi ritrovarsi di fronte, poco più avanti, una pattuglia delle Forze dell’Ordine intenta a fare un posto di blocco o impegnata a rilevare gli eccessi di velocità con l’autovelox.

Un gesto, lo sfanalare, di (illegale) “solidarietà” fra automobilisti, vecchio come la storia delle quattro ruote: un modo per avvisare del “pericolo” di una multa o di un imminente controllo. Un’apparente gentilezza di categoria che, però, è anche una violazione del Codice della Strada e, in taluni casi, persino un reato.

L’articolo 153, comma 11, infatti, vieta l’uso improprio dei dispositivi di illuminazione: i proiettori di profondità, gli abbaglianti, si possono usare solo fuori dei centri abitati, quando la luce esterna sia insufficiente. Inoltre “sfanalare”, ovvero attivare gli abbaglianti a intermittenza, è consentito solo per segnalare incidenti vicini e per avvisare l’auto che precede dell’intenzione di effettuare un sorpasso.

Segnalare la presenza di controlli delle Forze dell’Ordine, invece, equivale a un uso improprio degli abbaglianti, punibile con una multa da 87 a 344 euro. Il Codice della Strada (art. 45), inoltre, vieta qualsiasi dispositivo, fisico o digitale, volto a eludere o segnalare i controlli di Polizia e Carabinieri (cosa che, in teoria, varrebbe anche per i navigatori satellitari che segnalano autovelox e posti di blocco). L’utilizzo di tali dispositivi può costare da 825 a 3.305 euro, con la possibilità di sequestro dell’apparecchiatura usata.