
Non importa che cosa si vota; il vero punto è che sia un dovere recarsi alle urne perché il voto non ci è stato regalato
di Matteo Pagliuso
“Non so cosa dice Fratelli d’Italia, noi siamo per un astensionismo politico, non condividiamo la proposta referendaria”, queste sono le parole di Antonio Tajani (FI), segretario di Forza Italia. “Farò propaganda affinché la gente se ne stia a casa” ci dice la seconda carica dello Stato Ignazio La Russa (FdI). O ancora Igor Lezzi (Lega) che dichiara: “La nostra linea è quella dell’astensione, prevista peraltro dalla Costituzione. Non è disimpegno: il nostro impegno è fare in modo non si raggiunga il quorum”. La maggioranza di governo ha scelto l’astensionismo. La scelta strategica della maggioranza è di astenersi piuttosto che andare a votare “No” alle diverse proposte referendarie permettendo di non arrivare al quorum del cinquanta più uno per essere sicuri che le proposte non siano accettate.
Così facendo, la destra al governo propone ai cittadini l’indifferenza l’8 e 9 giugno, invitandoli ad andare al mare o a fare altro tranne che andare a votare. Rafforzando l’astensionismo che è già importantissimo in Italia, in cui nelle ultime tre elezioni, per esempio, il tasso d’affluenza si è sempre ridotto, arrivando al 63,9% alle elezioni politiche del 2022, facendo degli astensionisti il primo partito in Italia. Ancor peggio è stata l’affluenza per le elezioni europee del 2024, dove solo il 49,69% degli elettori si è recato alle urne. Riguardante gli ultimi referendum, quelli del 2022, hanno visto un’affluenza di circa 20%.
A giugno saremo chiamati a votare su temi come il lavoro o la cittadinanza. Non penso che, oggi che gli elettori vanno sempre meno a votare, promuovere l’astensionismo sia davvero una buona idea. Svuotando sempre di più il senso del voto, si va contro un principio di base della democrazia, ovvero la partecipazione col voto. Votare non è “superfluo”, come lo ha definito La Russa; trovo anche grave che i partiti di governo cerchino di promuovere l’indifferenza riguardo alle votazioni. Non importa che cosa si vota – se si vota in bianco, contro o per un candidato o una proposta – il vero punto, secondo me, è che sia un dovere recarsi alle urne perché il voto non ci è stato regalato, è una conquista ottenuta da quelli che si sono opposti alla dittatura fascista anche con la loro vita; perciò, ritengo che sia primordiale andare a votare.