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Mosca attacca Kiev alla vigilia della sua tregua. “Armare l’Ucraina per arrivare alla pace”: la “teoria del porcospino” di Von der Leyen

Morti e feriti dopo un raid su un drone nella capitale ucraina. La presidente della Commissione Ue insiste sugli aiuti militari, lo stop al gas russo e l'accelerazione del processo di adesione

Putin aveva proposto una tregua dall’8 al 10 maggio all’Ucraina, in vista delle celebrazioni degli 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, che vedranno il 9 maggio sfilare i militari sulla Piazza Rossa per la Festa della Vittoria sul nazismo. Ma alla vigilia del temporaneo cessate il fuoco, Mosca ha attaccato Kiev con un drone, causando due morti e sette feriti. I detriti sono caduti su un edificio residenziale nel quartiere Shevchenkivsky, ha dichiarato il sindaco di Kiev Klitschko, mentre i servizi di emergenza hanno affermato che due corpi sono stati rinvenuti durante le operazioni di spegnimento degli incendi causati dall’attacco russo. Nella notte anche droni ucraini si sono abbattuti nella regione di Mosca, causando lo stop ai voli negli aeroporti di Domodedovo Zhukovsky ma anche a Nizhni Novgorod e Kirov fino alle prime ore del mattino. In Siberia, più di 4mila passeggeri negli aeroporti di dieci città sono stati investiti dai ritardi, misure introdotte per garantire la sicurezza dei voli commerciali, come ha spiegato il portavoce dell’Agenzia per il trasporto aereo, Artyom Korenyako. Ieri notte sono stati abbattuti 57 droni ucraini in cinque regioni russe e nella Crimea occupata, ha reso noto il ministero della Difesa russo.

Mentre gli attacchi proseguono e la popolazione civile continua a morire, alla plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo la presidente della Commissione Ue insiste nel sostenere la necessità di armare talmente tanto Kiev da risultare “indigeribile” per qualsiasi invasore (la cosiddetta “teoria del porcospino”), di velocizzare il suo processo di adesione all’Unione europea e, soprattutto, di non riaprire al gas russo perché sarebbe “un errore storico”. La via della pace è l’obiettivo, ha continuato von der Leyen, ma in Ucraina va applicata la “cosiddetta ‘strategia del porcospino”, la stessa teorizzata per Taiwan al fine di prevenire un’invasione cinese. La Russia, continua, “rappresenta una minaccia permanente per l’intera Europa. Pertanto, l’Ucraina deve essere sufficientemente forte da scoraggiare qualsiasi attacco futuro, con la deterrenza”. In sostanza, Kiev deve diventare un “porcospino”, talmente armata da risultare “indigeribile” per qualsiasi invasore. Finora l’Europa, ricorda, “ha già sostenuto l’Ucraina con 50 miliardi di euro di aiuti militari. Ma ora dobbiamo passare da una logica di aiuti a una logica di integrazione delle nostre industrie della difesa. Questo è un elemento centrale del nostro Libro bianco “Readiness 2030”: incoraggiamo i nostri Stati membri a effettuare ordini direttamente all’industria della difesa ucraina”. Questo, argomenta ancora la presidente, “è il modo più efficace ed economicamente vantaggioso per sostenere gli sforzi militari dell’Ucraina. Ci stiamo concentrando in particolare sulla tecnologia e sull’innovazione nel campo della difesa. Durante la guerra, l’Ucraina ha utilizzato la tecnologia per modificare le dinamiche sul campo di battaglia, anche e soprattutto quando le forze russe erano più numerose. Ma anche la Russia ha imparato dalla guerra. Il nostro obiettivo, insieme all’Ucraina, è che diventi così forte da risultare indigeribile per i potenziali invasori“.

Questa guerra, conclude, “alla fine si fermerà”. Ma è il come che “modellerà il nostro continente per le generazioni a venire. Il futuro degli ucraini è in gioco, ma lo è anche il nostro”. Dunque si tratta di negoziare un accordo a favore dell’Ucraina, perché in caso contrario “si potrebbe incoraggiare Putin a tornare per ottenere di più. Sarebbe la ricetta per maggiore instabilità e insicurezza. Invece, una pace giusta e duratura potrebbe inaugurare una nuova era di prosperità per l’Ucraina e aiutarci a costruire una nuova architettura di sicurezza per l’Europa. Una pace giusta e duratura, che garantisca la sovranità dell’Ucraina, ne rispetti l’integrità territoriale e ne sostenga le aspirazioni europee. Questo è il bivio che ci troviamo di fronte. E l’Europa ha una posta in gioco enorme”. I 27 devono quindi puntare a fare del loro meglio “per rafforzare la posizione dell’Ucraina. Perché abbiamo visto tutti come la Russia negozia. Bombarda. Intimidisce. Seppellisce le promesse sotto le macerie. Putin vuole costringere l’Ucraina ad accettare l’inaccettabile. Quindi il compito che ci troviamo di fronte è aiutare l’Ucraina a rimanere forte, a sfidare le intimidazioni di Putin e a impegnarsi in colloqui di pace basati sulle sue stesse condizioni. Oggi vorrei concentrarmi su come possiamo farlo e su tre priorità per la nostra azione. Primo, sostenere la difesa dell’Ucraina. Secondo, completare l’eliminazione graduale dei combustibili fossili russi. E terzo, accelerare il percorso di adesione dell’Ucraina alla nostra Unione“.