Calcio

Conceiçao, il retroscena: prima del derby ha rischiato l’esonero. E ora tutto può succedere

Il tecnico portoghese è diventato l'ammazza-Inter: ma i derby e la Coppa Italia basteranno per tenersi il Milan? Lo scenario

Potrebbe non bastare, ma di certo gioca a suo favore. Perché il derby è il derby. L’Inter, in questa stagione, non ne ha vinto uno. Il Milan, con Conceiçao, ha invece trionfato, con una Supercoppa in bacheca e una finale di Coppa Italia, ultimo lasciapassare per trasformare una stagione da quasi disastrosa a leggermente deludente. Il giudizio complessivo, al lordo di mercato e ambizioni iniziali, non può essere positivo, ma quello dell’allenatore può cambiare in maniera radicale. Basterà per confermarlo sulla panchina? Questa è la vera domanda.

Le polemiche e i confronti non sono mai mancati. Anche duri. Sia con i giocatori, sia con la società. Dialoghi in cui ognuno ha fatto valere le proprie ragioni, e non sempre quelle dell’allenatore sono sembrate quelle giuste. Anche davanti ai media. Dopo la sconfitta contro l’Atalanta, le parole erano state di fuoco: si è parlato di “mancanza di rispetto”, di solitudine. Quasi di un uomo (lui) contro tutti (la società, i giornalisti, l’ambiente). Un problema che sembra radicato: si era già visto con Fonseca, Conceiçao non è riuscito a risolverlo. La risposta a quel j’accuse è arrivata dal direttore tecnico Moncada prima della partita di Coppa Italia: “Crediamo in Sergio”. Chiaro, semplice, conciso. Come a voler gettare tanta acqua sul fuoco e far capire che ogni scenario sarà possibile. Soprattutto dopo la vittoria e la prestazione di ieri.

Perché Conceiçao ha rischiato davvero tanto di salutare in caso di sconfitta (magari maturata dopo una prova non convincente), e invece ora si ritrova a lottare per il secondo trofeo e per un futuro a cui non vuole pensare: “Non sono io quello importante” ha detto. “Siamo contenti di giocare la finale: non sono diverso da tre giorni fa, così come non lo sono i miei giocatori. Non va tutto benissimo ora, ma non andava tutto malissimo prima. Ci vuole equilibrio”. Parola chiave che al Milan in questi mesi non è sempre stata di casa. La scelta del direttore sportivo è lì a testimoniarlo: i colloqui proseguono e chi verrà scelto porterà la sua idea di calcio, che di base non sembra prevedere la permanenza del portoghese sulla panchina.

Ma è chiaro che un altro trofeo porterà a delle naturali valutazioni: che rapporto ha l’allenatore con la squadra? Che rapporto con la società? Lui stesso vuole continuare a Milano con le dovute rassicurazioni, o preferirà lasciare convinto di aver fatto (e portato) quasi il massimo al club in pochi mesi? Le valutazioni sono tutte aperte, e spostano l’ago della bilancia da un ​addio praticamente certo, a un addio in forse. Le probabilità che resti, al momento, non sono comunque alte, ma il percorso da qui alla fine della stagione, alla luce di quanto successo in Coppa Italia, può far cambiare molte cose.

D’altra parte l’ha sempre detto lui: “Vincere calma gli animi”, e le famose “nubi” (sempre parole sue) sopra Milanello potrebbero diradarsi. Per la cronaca: il 14 maggio 2025 all’Olimpico di Roma Conceiçao si giocherà il trofeo da allenatore. 25 anni prima, nello stesso stadio e nello stesso giorno, alzava in aria lo scudetto da giocatore della Lazio. Una curiosa coincidenza, che può valergli una bella fetta di futuro.