
Ridurre il problema a “giovani e adulti di etnie” che il governo considera diverse e irrispettose è irrisorio
di Matteo Pagliuso
Sara Campanella e Ilaria Sula sono le vittime di due degli ultimi femminicidi avvenuti in Italia. Da inizio anno sono già stati rilevati, in Italia, 11 femminicidi. Di fronte a tale barbarie, il ministro della Giustizia Nordio reagisce davanti al parlamento spiegando che “purtroppo il legislatore e la magistratura possono arrivare entro certi limiti a reprimere questi fatti, che si radicano probabilmente nell’assoluta mancanza non solo di educazione civica ma anche di rispetto verso le persone, soprattutto per quanto riguarda giovani e adulti di etnie che magari non hanno la nostra sensibilità verso le donne”.
Caro ministro, ridurre il problema a “giovani e adulti di etnie” che considerate diverse e irrispettose è irrisorio. La risposta da dare di fronte a tali violenze non è nell’attacco ad “un’etnia”, è nel contrastare certe mentalità e comportamenti. Non si risolverà il problema della violenza contro le donne dando la colpa ad altre “etnie”, allorché, come rileva l’Istat, il 94,3% delle donne italiane uccise nel 2023 sono state uccise da italiani. Come altro esempio ci sono anche gli abusi sessuali che, nella maggior parte dei casi, secondo i rapporti di Terre des hommes del 2022, vengono perpetrate nel circolo familiare. Perciò, il vero colpevole dei femminicidi e delle violenze fatte alle donne non è lo straniero, ma l’uomo in generale.
Secondo me parlare di altre “etnie” non ci permette di risolvere il problema. Come i dati mostrano, anche senza stranieri ci sarebbero ancora, e parecchi, femminicidi o altre violenze contro le donne. Sono d’accordo con la legge approvata recentemente per riconoscere il femminicidio in quanto tale e aggravare la pena per chi uccide una donna in quanto donna, però non ritengo che sia abbastanza. Ritengo che si debba anche fare altro partendo, per esempio, dall’educazione dei più giovani. Penso che si debba anche combattere la disuguaglianza di genere, favorendo l’accesso al lavoro, più difficile per le donne, la retribuzione equa a parità di competenze, etc etc. Ovviamente ci sono ancora tanti altri punti che si potrebbero evocare, ma penso che potrebbe aiutare a ridurre le violenze contro le donne. Caro governo, reagisci di fronte a queste due vittime di troppo con misure davvero efficaci.