
"L'economia europea, già segnata dalla stagnazione del settore manifatturiero, risente in modo particolare di queste dinamiche a causa della sua forte esposizione al commercio estero"
La guerra commerciale scatenata da Donald Trump, sommata alle tensioni geopolitiche, fa rallentare la crescita. E di conseguenza pesa sulle decisioni delle banche centrali, chiamate a valutare se e quando ridurre ulteriormente i tassi di interesse che erano stati aumentati per contenere l’inflazione alimentata dalla crisi energetica seguita all’invasione russa dell’Ucraina. Il governatore di Bankitalia Fabio Panetta lo ha ricordato nella relazione sul bilancio 2024, avvertendo: “L’incertezza a livello globale resta elevata, alimentata dalle persistenti tensioni geopolitiche e commerciali. Questo contesto penalizza gli scambi internazionali e accentua la frammentazione dell’economia mondiale, contribuendo al rallentamento dell’attività produttiva”. Il Vecchio continente è il vaso di coccio: “L’economia europea, già segnata dalla stagnazione del settore manifatturiero, risente in modo particolare di queste dinamiche a causa della sua forte esposizione al commercio estero”.
In questo contesto “le decisioni di politica monetaria dovranno bilanciare due fattori. Da un lato, la debolezza dell’economia europea e le tensioni geopolitiche stanno frenando consumi e investimenti, contribuendo a contenere l’inflazione. Dall’altro lato, l’aumento dell’incertezza – dovuto soprattutto agli annunci, talora contraddittori, sulle politiche commerciali degli Stati Uniti – impone cautela nel percorso di diminuzione dei tassi ufficiali“. Infatti secondo il numero uno di via Nazionale “la lotta all’inflazione non può ancora dirsi conclusa. Sarà essenziale monitorare con attenzione tutti i fattori che potrebbero ostacolare il ritorno all’obiettivo del 2 per cento”. “Cautela”, dunque, nonostante “la dinamica del credito, con i consueti ritardi”, risenta ancora della “restrizione monetaria degli anni precedenti e della debolezza del ciclo economico”.
“Anche il progetto dell’euro digitale, volto a salvaguardare la sovranità monetaria nell’area dell’euro e a generare benefici per famiglie e imprese, potrà contribuire alla solidità di bilancio delle banche centrali, preservando il signoraggio”, ha osservato il governatore. “Questo aspetto – ha aggiunto – assumerebbe un’importanza ancora maggiore qualora la crescita delle banconote in circolazione dovesse rallentare, in conseguenza della diffusione di mezzi di pagamento digitali privati”.