
Eliminazione in Champions, risultati disastrosi in campionato e ora anche i veleni interni. Poi arrivano le dimissioni, ma il caos resta
La situazione in casa Milan diventa tragicomica. Non basta l’eliminazione in Champions contro il Feyenoord. Non basta il nono posto in campionato (tre sconfitte consecutive). Non basta il caos interno alla società sulla scelta del futuro direttore sportivo. Non basta il subbuglio nello spogliatoio e l’attesa rivoluzione dell’11 titolare per la gara contro il Lecce. Ora a fomentare il pandemonio che si sta consumando nella Milano rossonera ci si è messo pure il portavoce di Sergio Conceicao. A diversi organi di stampa è arrivata una velina dallo staff del portoghese che è un atto di accusa totale alla società e pure ai calciatori. Stava per scatenarsi il finimondo, prima che lo stesso Conceicao corresse ai ripari smentendo tutto, come raccontato dalla Gazzetta dello Sport: “Soffro tantissimo per il momento del Milan ma niente di ciò che è stato riportato sul mio conto è vero. La società è sempre presente, so che il club è con me”, le parole del tecnico portoghese. Poi, nella giornata di venerdì, sono arrivate perfino le dimissioni del portavoce. Contromosse che bastano a tappare il buco oggi, ma la frattura è sempre più grande. Quanto il Milan reggerà ancora?
Gli attacchi
Le accuse del portavoce di Conceicao si possono riassumere in 4 punti. Il primo: la struttura di allenamento a Milanello non va bene, presenta dei problemi. Il secondo: manca il supporto dei dirigenti, quindi Zlatan Ibrahimovic e Giorgio Furlani, che non hanno un progetto tecnico chiaro. Ma è assente anche il proprietario, Gerry Cardinale. Il terzo: la squadra ha una scarsa preparazione fisica. Il quarto: nello spogliatoio manca impegno, soprattutto da parte di alcuni giocatori chiave. E qui è evidente il riferimento a Theo Hernandez e Rafa Leao. Insomma, lo staff del portoghese ha sparato a zero su tutto. Ha attaccato i vertici del Milan così come i calciatori.
La smentita
Conceicao ha ovviamente dovuto smentire tutto e chiarire con la società quanto accaduto. Si sarebbe trattato di un malinteso. Il tecnico portoghese non ha negato i problemi con la squadra (e ci mancherebbe, visti i risultati) ma ha assicurato di sentire la vicinanza della proprietà e della dirigenza. Poi, nella tarda mattinata di venerdì è arrivata la prima conseguenza di questo putiferio. La più logica: il portavoce di Conceiçao si è dimesso. Era inevitabile, altrimenti le scuse e la retromarcia del tecnico non sarebbero parse credibili. L’addetto ha spiegato: “Nessuno dei punti è stato convalidato dall’allenatore Sergio Conceicao, né sono vincolanti per lui come professionista. Per l’errore commesso e per il danno alla reputazione causato, rassegno immediatamente le dimissioni dalla mia posizione con l’allenatore”.
Il futuro
Resta però evidente come quelli spiattellati alla stampa siano problemi già noti della stagione rossonera. Non a caso, appunto, il Milan sta cercando un ds – in pole c’è Igli Tare – per mettere ordine alle dinamiche interne. Conceicao però era stato chiamato per provare a tamponare la situazione e ottenere i risultati necessari per portare i rossoneri al quarto posto. La missione è già fallita, resta solo l’obiettivo della Coppa Italia. E il portoghese ha portato finora tutt’altro che calma e disciplina. Anzi, rispetto alla gestione Fonseca sono aumentati i problemi e diminuiti i punti fatti. Ora Conceicao contro il Lecce proverà l’ennesima rivoluzione della stagione, lasciando fuori Theo, Leao e pure l’acquisto più importante di gennaio, Gimenez. Anche se dovesse funzionare, servirà a poco: le strade tra lui e il Milan si separeranno al più tardi a fine stagione.