
Più spese per le armi significa anche bilanci pubblici maggiormente sotto pressione e dunque un peso maggiore per onorate i debiti e ripagare i bond. Quindi gli investitori chiedono interessi leggermente più alti per sottoscrivere le obbligazioni sovrane. Inoltre le spese verranno finanziate anche emettendo titoli di Stato, aumentandone l'offerta sul mercato
I piani di riarmo dei paesi europei, e gli ingenti costi che comportano, spingono al rialzo i rendimenti dei titoli di Stato di tutta la zona euro, a cominciare da quelli tedesche. Più spese per le armi significa anche bilanci pubblici maggiormente sotto pressione e dunque un peso maggiore per onorare i debiti e ripagare i bond. Quindi gli investitori chiedono interessi leggermente più alti per sottoscrivere le obbligazioni sovrane. Inoltre le spese verranno finanziate anche emettendo titoli di Stato, aumentandone l’offerta sul mercato.
Martedì sera Berlino ha deciso che tutte le spese per la difesa superiori all’1% del Pil saranno esentate dai limiti al debito, senza un tetto massimo. È stata inoltre concordata la creazione di un fondo, fuori bilancio, da 50 miliardi di euro all’anno per dieci anni, l’1,25% del Pil tedesco. I rendimenti dei titoli decennali tedeschi schizzano stamane di 29 punti base, attestandosi al 2,76%. Si tratta del balzo giornaliero più forte dalla caduta del muro di Berlino.
Gli equivalente Btp italiani vedono il loro rendimento crescere di 27 punti a 3,89%, con uno spread che quindi si riduce a 113 punti. I decennali francesi pagano il 3,48% (+ 25 punti), gli spagnoli il 3,39% (+ 26) e i decennali greci il 3,58% (+ 26). Se i rendimenti dovessero restare a lungo su valori più elevati, aumenterebbe il costo degli interessi sul debito degli stati europei con conseguente riduzione di risorse per altre voci di spesa.
Altra musica sulle borse, in recupero dopo i cali di ieri innescati dalle, ennesime, minacce di dazi Usa. Riprendono la corsa i titoli della difesa, Leonardo ha chiuso in rialzo di quasi il 4%, Thales del 7,6%, Rheinmetall del 7,1%. In un certo senso, questi movimenti contrapposti ci indicano da dove vengono e dove vanno i soldi.Meno risorse per la spesa pubblica e più denaro alle aziende private che costruiscono armi.
“Il governo tedesco ha avuto il suo momento ‘whatever it takes’: il previsto fondo infrastrutturale da 500 miliardi di euro e le esenzioni per la difesa aumenteranno significativamente l’emissione di Bund, questo cambiamento radicale altererà in modo permanente il modo in cui vengono scambiati i Bund”, afferma Tomasz Wieladek, Chief european economist di T. Rowe Price. “In passato, nonostante i mercati fossero disposti ad acquistarli, il governo non si muoveva e ne manteneva limitata l’offerta, ma la situazione è chiaramente cambiata con l’annuncio di ieri. Oggi i Bund saranno probabilmente oggetto di un forte sell-off e in futuro inizieranno a essere negoziati più in linea con gli altri bond rifugio”, aggiunge