
Una recente ricerca pubblicata su Science nell’ottobre 2024 ha messo in luce l’importanza cruciale di limitare gli zuccheri aggiunti nella dieta sia della madre durante la gravidanza, sia dei neonati per la salute a lungo termine di questi ultimi. Lo studio ha evidenziato come l’esposizione agli zuccheri nei primi 1000 giorni (dal concepimento alla fine del secondo anno di vita) abbia un impatto significativo sul rischio di sviluppare patologie croniche future, come il diabete mellito di tipo 2 e l’ipertensione arteriosa.
Si sapeva già da studi precedenti che l’alimentazione della prima infanzia influenza la salute in età adulta. Quello che era difficile dimostrare però (come sottolinea anche una nota dell’editore di Science) era l’impatto sulla salute di specifici nutrienti singoli che sono difficili da studiare separatamente.
Gli autori del suddetto articolo hanno avuto l’idea di sfruttare i dati di una sperimentazione spontanea condotta nel Regno Unito durante il razionamento dello zucchero in seguito alla II guerra mondiale e la brusca cessazione della limitazione nel 1953. I risultati dello studio ci ricordano l’importanza di adottare un approccio integrato in Medicina che non si limiti solo al monitoraggio di esami diagnostici (per la diagnosi precoce) o all’utilizzo di farmaci chimici (per la prevenzione secondaria), ma che insista sul miglioramento dello stile di vita e in particolare sull’adeguatezza nutrizionale.
La Medicina Integrata, che combina le migliori pratiche della Medicina Convenzionale con quelle di un corretto stile di vita su cui insistono da sempre anche le Medicine Non Convenzionali, può offrire un approccio a 360 gradi alla salute. Ovviamente, questo approccio tiene conto non solo dell’alimentazione, ma anche di altri fattori come la salubrità ambientale, il movimento, il sonno, il benessere emotivo… proponendo, ove sia il caso, anche adeguati integratori o nutraceutici per compensare le attuali carenze nutrizionali e potenziare l’effetto antiossidante, probiotico e/o postbiotico.
Secondo la mia esperienza personale, sia ambulatoriale che attraverso videocorsi specifici che sto facendo per insegnare ai genitori gli elementi più efficaci e scientificamente avvalorati per impostare una vera Prevenzione Primaria, ho visto che l’approccio di Medicina Integrata permette veramente di migliorare la salute di tanti bambini, che alla fine si ammalano meno e consumano anche meno farmaci con le relative conseguenze positive. L’obiettivo è rafforzare il “tutto” dell’organismo e in particolare le sue difese immunitarie, il cui squilibrio predispone a qualsiasi patologia.
Ciò è avvalorato anche da uno studio italiano del 2020 in cui gli autori spiegano che “scarse condizioni nutrizionali materne durante lo sviluppo fetale e la prima infanzia possono indurre effetti a breve e lungo termine con un aumento del rischio delle malattie non trasmissibili”. Uno squilibrio dell’alimentazione materna influisce sullo sviluppo fetale “portando a cambiamenti irreversibili; … l’organismo del bambino manterrà la memoria dell’insulto precoce e la risposta adattiva si tradurrà in patologia future”. Un approccio di Medicina Integrata, pertanto, non riduce solo il rischio di diabete e ipertensione nell’età adulta, ma anche della maggior parte delle patologie croniche dismetaboliche, cardiovascolari, infettive, autoimmunitarie e addirittura neoplastiche.
In conclusione, è veramente importante limitare gli zuccheri aggiunti nella dieta dei neonati e dell’età pediatrica in generale, ma questo obiettivo si può raggiungere se noi medici ci impegniamo (più di quanto già facciamo) in una maggiore educazione alimentare, nella promozione di alimenti naturali e non processati e se il Ministero della Salute adotterà politiche che orientino meglio le scelte alimentari della popolazione e limitino la pubblicità del “cibo spazzatura” allo scopo non solo di ridurre la spesa farmaceutica, ma essenzialmente di salvaguardare un futuro più sano per le nuove generazioni e quindi per gli uomini di domani.