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Accessi abusivi, ora Tajani lancia sospetti su de Raho: “Striano lavorava con lui, capire chi è il regista”. Conte: “Strumentalizzazioni indegne”

“Non credo che sia un sottufficiale della Finanza il regista di tutta questa operazione di dossieraggio. Forse è stato utilizzato da qualcuno da cui riceveva ordini. Pasquale Striano lavorava a contatto stretto con l’Antimafia, con l’ex procuratore Cafiero de Raho, ha seguito per lui tante indagini. Bisogna capire chi gli dava gli ordini e a che fine venivano utilizzate informazioni sensibili”. Ospite di Mattino Cinque, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani lancia sospetti (nemmeno troppo velati) su un ruolo di Federico Cafiero de Raho, ex procuratore nazionale Antimafia e ora deputato del Movimento 5 stelle, nello scandalo degli accessi abusivi ai database della Dna (la “Superprocura” eredità di Giovanni Falcone) da parte del finanziere Pasquale Striano. De Raho è oggetto da giorni di attacchi mediatici da parte della maggioranza e del fu “Terzo polo”, che lo accusano di conflitto di interessi per il suo passato ruolo di capo dell’ufficio. Giovedì, in una seduta infuocata dell’ufficio di presidenza della Commissione parlamentare antimafia, la senatrice di Italia viva Raffaella Paita ha chiesto che anche de Raho venga ascoltato dall’organismo, di cui è vicepresidente, in qualità di ex magistrato, dopo le testimonianze – rese su loro richiestadell’attuale capo della Dna Giovanni Melillo e del procuratore di Perugia Raffaele Cantone. A quanto si apprende, la richiesta verrà inoltrata dalla presidente della Commissione Chiara Colosimo ai presidenti di Camera e Senato, dato che non esistono precedenti simili.

A difendere l’ex pm sotto attacco invece è il presidente del suo partito, Giuseppe Conte: “Parliamo di un ufficiale infedele che aveva accesso a una banca dati della Guardia di finanza. Sollevare il polverone e accusare la Dna del tempo è una strumentalizzazione“, ha incalzato ieri a Otto e mezzo su La7. “In questo momento”, ha detto Conte, “un campione dell’antimafia viene messo sotto accusa con delle strumentalizzazioni indegne da parte del centrodestra, un attacco indegno alle istituzioni. Accusare oggi Federico de Raho significa che se un funzionario di un ministero qualsiasi utilizza accessi e password in modo improprio ne risponde il ministro, che si deve dimettere. Di cosa stiamo parlando? La Procura (di Perugia, ndr) andrà avanti con gli accertamenti, lasciamo alla magistratura il compito di verificare fino in fondo la reale consistenza delle accuse”, ha aggiunto l’ex premier. Ricordando come tra i “bersagli” delle ricerche abusive di Striano ci fosse anche la sua compagna, Olivia Paladino: “È stata spiata la mia sfera di contatti personale mentre ero presidente del Consiglio, se qualcuno deve lamentarsi come parte lesa e vittima quello sono innanzitutto io. Non lasciamo agli esponenti del centrodestra il privilegio di rivendicare il ruolo di vittime”, attacca.