Società

Le fiabe educano all’intraprendenza, mentre sui social la vita si subisce

di Carmelo Zaccaria

Italo Calvino apre la sua raccolta di Fiabe Italiane con “Giovannin senza paura” perché, come spiega, la fiaba “non fa una grinza, come il suo imperturbabile protagonista, che dimostra verso il soprannaturale una tranquilla fermezza che dà tutto per possibile”. Difatti Giovannin è un giovanotto audace e intraprendente che, in rotta con il padre, decide di andarsene per la sua strada per fare esperienza e guadagnarsi da vivere. Spavaldo e determinato va in cerca della paura, di cose mai vedute prima, affrontando l’ignoto a viso aperto. La versione della fiaba più diffusa e completa è quella dei Fratelli Grimm inclusa nel volume Fiabe del focolare, pubblicato nel 1856. Il nostro eroe deve vedersela prima con dei corpi morti appesi sopra un patibolo, poi con due gatti neri, con un letto magico, con un gigante che cade a pezzi dal camino ed altre disavventure. Infine, dopo aver superato tutti gli ostacoli, si ritrova tra le mani tre casse di tesori, diventa ricco e sposa la principessa, ma soprattutto realizza se stesso; diventa uomo. Vengono premiati il coraggio e una buona dose di incoscienza nell’affrontare i rischi che il destino gli pone innanzi. La favola invoglia il lettore piccino ad essere attivo, ad osare, a non scoraggiarsi mai, a prendere in mano la propria vita.

Nella fiaba I musicanti di Brema viene rafforzata l’idea e il valore di essere ingegnosi, provvisti di spirito di iniziativa, attraverso l’azione travolgente, spiritosa e spregiudicata di sei animali che si mostrano inarrestabili nel perseguire uno scopo avvincente, cioè quello di dare una svolta alla loro vita. Ognuno vuole sfuggire dalle grinfie del proprio padrone, così decidono di unire le loro forze per rifarsi una nuova identità e realizzare il sogno comune di diventare musicisti. La storiella simboleggia l’accortezza e la capacità di soggetti molto diversi, con una mole, un istinto e una formazione differenti, di collaborare per un progetto comune, di remare nella stessa direzione. L’unione fa la forza, anche se nessuno dei sei animali risulta sapesse suonare. Non si esercitavano per niente. In realtà nella fiaba il loro sogno si inceppa, gli animali non raggiungeranno mai Brema e non riusciranno a diventare affermati musicisti; tuttavia, dopo infinite peripezie, la loro vita riusciranno comunque a cambiarla e a riscattarla.

La grandezza di un sogno non è arrivare alla meta ma mettersi in cammino, essere attivi, costruire se stessi in marcia. Uscire dalle sulfuree litanie del quotidiano e presentarsi sul palcoscenico della vita. Il dinamismo energico, gioioso, dell’intrecciarsi avventuroso degli eventi fiabeschi pulsa nel cuore dei bambini che ne serberanno una vivida memoria nel loro progetto di crescita.

Oggi l’intraprendenza si esercita tramite i social, per cui si dice spesso: se non sei attivo sui social non esisti. Non basta più essere attivo e determinato nella vita, bisogna esserlo sui social per dimostrare di esistere. Questo atteggiamento è stato chiamato presentismo, cosa ben diversa ovviamente dall’essere presente. Misurarsi dentro lo schermo digitale non significa vivere intensamente la propria vita ma subirla, riceverla di rimbalzo. Accucciati sul divano, non ci si può sentire pienamente accesi, coinvolti, ma solo spettatori di una realtà di cui si ignora tutto, pensando di conoscerla. Il web sembra aprire orizzonti vasti e imperscrutabili, mentre, per chi non è in grado di saperlo maneggiare, smarrisce il sentiero che conduce alla scoperta del mondo esterno. Il destino dei sogni sembra così oscurato, lacunoso, costellato da mete irraggiungibili, appena immaginabili. Una vita senza sogni.

Nello spazio digitale la mente degli adolescenti viene avvolta in un coinvolgimento amorfo, si abitua a non aver più bisogno di nessuno, le cellule cerebrali reagiscono ma non creano esperienza, non elaborano sentimenti di fiducia, non sprigionano empatia. Lì dentro si ha l’illusione di poter essere dappertutto, di spaziare sull’intero universo.

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