La7

Lite Di Cesare-Rampelli a La7. “Vox? Voi normalizzate partiti inammissibili in un contesto democratico europeo”. “Lei è una comunista”

Scontro incandescente a L’aria che tira (La7) tra Donatella Di Cesare, professoressa ordinaria di Filosofia Teoretica all’Università Sapienza di Roma, e il deputato di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli sugli alleati europei di Giorgia Meloni, da Viktor Orban al francese di estrema destra Eric Zemmour fino al presidente di Vox Santiago Abascal, di cui viene proposta una delle tanti frasi choc (“L’unica colpa di Franco è stata quella di morire nel suo letto“).

Rampelli difende l’amico di Fdi scomodando Massimo D’Alema: “Lui era il capo del governo e tirava le molotov, ma di cosa parliamo? Oltretutto D’Alema è italiano, Abascal è spagnolo. Forse è più grave che un capo di governo e un capo della sinistra post-comunista rivendichi il suo cordone ombelicale con quella storia anche gruppettara, ma soprattutto comunista”.
Non ci sta Di Cesare: “Il comunismo fa parte della democrazia italiana, il fascismo no. E c’è una grande differenza”.
“Questa è una sua dichiarazione”, ribatte Rampelli.

“No – obietta la filosofa – non è una mia dichiarazione, ma è storia”.
“Se permette, esistono anche altri punti di vista – rilancia il parlamentare meloniano -sempre che lei, che è molto moderata, accetti che qualcuno dica cose diverse da lei”.
Queste forze politiche – continua Di Cesare – non possono essere normalizzate e voi invece cercate di normalizzarle. E questo non è accettabile. Chi parla così della dittatura franchista non è ammissibile nel contesto democratico europeo. L’Occidente che ci deve guidare è quello dei diritti umani e della democrazia. Questo è un punto importantissimo e non è quello di Orban e di Abascal”.
Rampelli tira fuori la risoluzione che fu votata nel settembre del 2019 al Parlamento Europeo e che condannava tutti i totalitarismi del ‘900, equiparando nazismo e comunismo: “Forse è più importante capire quali forze politiche approvino quella risoluzione”.
“Io sono contraria”, precisa Di Cesare.

“Non l’approva perché lei è comunista – ribatte Rampelli – Quindi possiamo dire esplicitamente che in Italia esistono dei comunisti che vanno in televisione e senza essere redarguiti esibiscono il loro comunismo. Io invece in quella risoluzione mi ci ritrovo totalmente”.
“Troppo comodo – ribatte Di Cesare che cita la Shoah – Lo stalinismo non è il comunismo e i gulag non sono paragonabili ai campi di sterminio hitleriani che sono un unicum nella storia. E sono le colpe del nazismo e del fascismo”.
Se lei non ci fosse, dovrebbero inventarla – commenta il politico – perché è perfettamente funzionale al sistema politico italiano. Ed è una delle ragioni per cui la sinistra non governerà per i prossimi 20 anni”.
“Grazie, detto da lei è un complimento”, chiosa Di Cesare.