Politica

L’appello di Conte a Meloni: “Via Delmastro, Santanchè e Sgarbi. Spetta a lei salvaguardare l’onore e il prestigio delle istituzioni”

“Le lanciamo un ultimo appello, Presidente Meloni. Prenda finalmente decisioni chiare sulle condotte” di Andrea Delmastro, Daniela Santanchè e Vittorio Sgarbi. “Spetta a lei il compito di salvaguardare l’onore e il prestigio delle istituzioni”. Sono le parole del presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, in una lettera aperta destinata alla presidente del Consiglio e pubblicata sulle pagine di Repubblica, che punta il dito sulle spinose questioni che coinvolgono i tre esponenti del governo, citando anche il caso della fermata ad personam del Frecciarossa del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida (“un privilegio che rimanda a una classe politica arroccata arrogantemente nei propri privilegi“) e “la sconcertante vicenda di Gasparri” con la sua “oscura attività di lobbismo“.

In merito alla caso del sottosegretario alla Giustizia di Fratelli d’Italia, Andrea Delmastro, rinviato a giudizio per rivelazione di segreto sula vicenda Cospito, Conte ritiene “grave che resti al Governo. Ha utilizzato il suo ruolo per acquisire informazioni ‘riservate’, particolarmente sensibili per l’azione dello Stato contro mafia e terrorismo, per poi trasmetterle al suo coinquilino e compagno di partito, Giovanni Donzelli, il quale, a sua volta, le ha utilizzate per attaccare un partito di opposizione”, ricorda Conte. Per quanto riguarda Daniela Santanché “e il suo operato in alcune società“, il leader del M5s ricorda che la ministra del Turismo “ha preso in giro il Parlamento e i cittadini su molte circostanze che le sono state contestate e che riguardano anche questioni fondamentali come il trattamento dei lavoratori, che si incrocia in questo caso anche con l’uso di fondi statali per l’emergenza Covid”. Infine “di rilievo non minore”, prosegue l’ex presidente del Consiglio, sono “le vicende che hanno riguardato gli incarichi e le consulenze del sottosegretario Sgarbi“.

“Il nostro primo obiettivo – scrive Conte – è salvaguardare l’istituzione di governo. Una istituzione che non è sua oggi, come non era mia quando ero a Chigi e ho scelto di revocare l’incarico di un sottosegretario, oltre che di accettare le dimissioni di un viceministro per salvaguardare i valori dell’etica pubblica e per tutelare la trasparenza e la credibilità dello Stato“. Augurando “ai membri del suo governo coinvolti in procedimenti penali di potersi difendere efficacemente in giudizio, con tutte le garanzie del giusto processo”, Giuseppe Conte ricorda a Meloni che “il compito del Presidente del Consiglio è però quello di assicurare che gli esponenti di governo svolgano le proprie funzioni con ‘onore e disciplina’, come prescrive la nostra Costituzione”. Per questo, secondo il leader del M5s “al di là delle vicende giudiziarie, che poi si risolvono nei tribunali, esistono ragioni di opportunità politica“. “Non abbracci la logica corporativa di difesa, assoluta e intransigente, dei membri di governo, dei suoi compagni di partito o dei suoi sodali di coalizione. La sua inerzia – conclude Conte – contribuirebbe a far perdere a tanti cittadini la speranza che qualcosa possa cambiare”.