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Spagna, contro Sànchez riecco pure i franchisti (quelli veri): 50 ufficiali in pensione invocano un golpe per “salvare la democrazia”

Non bastavano gli attacchi dell’estrema destra in Parlamento e la violenza degli ultrà nelle piazze: ora nelle proteste contro l’investitura di Pedro Sànchez a presidente del nuovo governo in Spagna intervengono anche gli anziani. Precisamente i militari franchisti in pensione. Una cinquantina di alti ufficiali delle Forze Armate in congedo ha infatti firmato un documento in cui si chiede all’Esercito di destituire Sánchez e indire nuove elezioni.

I militari in questione appartengono all’Associazione dei soldati spagnoli, che nel 2018 promosse un manifesto di apologia del franchismo per giustificare la sollevazione militare del 18 luglio 1936, primo atto della Guerra Civile. Ora invece, nel giorno del giuramento di Sánchez davanti al re Felipe VI – procedimento previsto dalla Costituzione – i militari chiedono che i propri colleghi in servizio compiano un colpo di Stato “per salvare la democrazia”.

Il documento non sarebbe ancora stato diffuso ufficialmente, ma nel testo apparirebbero le firme di alcuni militari che salirono alla ribalta delle cronache nel 2020, quando si venne a sapere di una chat di appartenenti all’Aeronautica in congedo che ventilavano l’ipotesi di “fucilare 26 milioni di spagnoli”. Oltre a loro, apparirebbero i nomi di tre generali di divisione, quattro di brigata, ventitrè colonnelli, quattro tenenti colonnelli, sette comandanti e nove capitani.

Secondo quanto riporta El Pais, citando il sito di informazione InfoLibre che per primo ha riportato la notizia, nel testo si leggerebbe quanto segue: “Noi, gruppo di vecchi membri delle Forze Armate oggi in pensione, preoccupati per il futuro della Spagna, alziamo la voce in questo manifesto e chiediamo ai responsabili della difesa dell’ordine costituzionale la destituzione del presidente del governo e la convocazione di elezioni generali”. L’azione del governo Sánchez, infatti, “annulla l’indipendenza del potere giudiziario e la separazione dei poteri” e “violenta lo Stato di diritto“.

In riferimento alla proposta di amnistia per i leader indipendentisti catalani, i militari denunciano “l’uso inadeguato dell’indulto per i delinquenti del colpo di Stato dell’ottobre 2017”, con il rischio di una “possibile rottura dell’unità della nazione spagnola, unica e indivisibile”. Iñigo Errejón, ex numero due di Podemos e ora deputato di Sumar, formazione di sinistra alleata del Psoe di Pedro Sánchez, ha chiesto “misure esemplari e contundenti. Ora basta giocare al colpo di Stato”.