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Ora tutti sul carro di Sinner, pure Matteo Renzi: “Può diventare il numero 1”

Il tennis è sempre stata una “passione” di Matteo Renzi. Da presidente del Consiglio, nel settembre 2015 volò a New York con un aereo istituzionale, quindi a spese dei contribuenti, per assistere alla storica finale degli Us Open femminili tra Roberta Vinci e Flavia Pennetta, poi vincitrice dello Slam. Allora quello che doveva essere uno spot elettorale si trasformò in un boomerang, proprio per la decisione di usare un volo di Stato. Oggi il leader di Italia Viva torna a parlare di tennis, perché il nome di Jannik Sinner e di quelli che mette tutti d’accordo: giovane, vincente, mai fuori luogo. “Può diventare il numero 1, perché se la gioca con Alcaraz. Ieri ha iniziato bene, il ragazzo c’è ed è la grande speranza del tennis italiano. Spero che si riesca a portare a casa uno Slam, che manca da tanto tempo, per l’Italia sarebbe una grande soddisfazione“, ha detto Renzi intervenuto a La Politica nel Pallone su Gr Parlamento.

Scaramanzia, questa sconosciuta. Sinner ha appena cominciato le Atp Finals, il torneo tra i migliori 8 tennisti al mondo in corso a Torino, con una grande vittoria contro il greco Stefanos Tsitsipas. Martedì è atteso alla sfida impossibile: alle 21 sarà in campo contro Novak Djokovic, numero 1 del ranking e grande favorito per il titolo di “Maestro”. Insomma, per Sinner il finale di stagione è ancora tutto da scrivere. Anche perché dopo le Finals ci sono anche le finali di Coppa Davis a Malaga. L’altoatesino ha già alle spalle un’annata trionfale fatta di 4 titoli vinti, primato di vittorie stagionali per un tennista italiano e posizione numero 4 al mondo. Però un po’ di cautela sarebbe d’obbligo, anche per non mettere eccessive pressioni su un ragazzo che ha appena 22 anni.

E pensare che fino a poco tempo fa in molti avevano osato criticarlo, ingiustamente, per il suo forfait in Coppa Davis. Era stato perfino accusato di scarsa professionalità e poco attaccamento alla causa azzurra. Allora, a parte la Federtennis e il Coni, quasi nessuno lo aveva difeso. Invece oggi tutti corrono per salire sul carro di Sinner. Renzi non poteva esimersi.