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La campionessa accusata di aver frodato la rivale: la storia (assurda) del biathlon francese che sta tenendo il Paese col fiato sospeso

Ieri mattina è stata presa in custodia dalla poliziagarde à vue – ed è stata interrogata. “Innocente, sono fatti che non mi riguardano”. Così ha detto la vincitrice dell’ultima Coppa del mondo di biathlon, Julia Simon. Intanto, però, la storia sta rimbalzando sui maggiori quotidiani francesi, da L’Équipe a Le Figaro passando per Le Parisien. E il mondo sportivo d’Oltralpe – dove il biathlon ha grandissimo seguito – sta col fiato sospeso. La campionessa francese, due volte oro mondiale e argento a Pechino 2022, è stata denunciata per frode con carta di credito. Da chi? E qui arriva il primo punto sorprendente della vicenda: dalla compagna (e rivale) di Nazionale, Justine Braisaz-Bouchet, e da un membro de Les Bleues (di cui non si conosce l’identità).

Ma andiamo con ordine. È l’estate del 2022 ed è in corso una gara di skiroll a Sandnes, in Norvegia. Dal laptop di Simon partono alcuni acquisti (una GoPro e alcuni libri) con la carta di credito della compagna per un valore stimato tra i 1.500 e i 2.000 euro. Braisaz-Bouchet, fresca vincitrice della medaglia d’oro nella mass start di Pechino, si accorge di quanto accaduto e si rivolge alla Fédération française de ski (FFS). La FFS, da quanto si è appreso, non muove un dito, e la vicenda, pur diffondendosi in seno alla squadra con tutto il suo carico di dubbi e tensione, resta sotto traccia. Così Braisaz-Bouchet, nel frattempo rimasta incinta ed entrata in pausa maternità, decide di portare la storia in sede penale e denuncia la coetanea, rivale in pista e di certo non amica fuori dalla pista. Poco dopo compare un’altra denuncia, sempre a carico di Simon, da una persona che fa parte del gruppo della Nazionale. Intanto si continua a correre, Braisaz-Bouchet torna sugli sci stretti, Simon inanella una serie di vittorie – salta diversi raduni della propria squadra – e si porta a casa il trofeo di cristallo.

La controversia diventa di dominio pubblico all’inizio di luglio di quest’anno, quando ne scrive per la prima volta L’Équipe. Simon si cancella dai social e parla per la prima volta ad agosto per dire che 1) è innocente 2) ha presentato una contro-denuncia (verso ignoti) per furto d’identità. E così arriviamo all’attualità, cioè a ciò che è successo ieri: la campionessa francese – che nel frattempo ha “mollato” il vecchio avvocato Michel Raynaud, affidandosi a Christian Borel – è stata interrogata dalla polizia. Il suo legale ha fatto sapere che l’atleta di Saisies ha negato i fatti che le vengono contestati, che vuole cominciare la stagione regolarmente e che, allo stesso tempo, desidera normalizzare i propri rapporti con la FFS. In più, ha aggiunto che “non è sufficiente avere un numero di carta di credito per acquistare con successo beni di un certo valore”. La linea è che Simon sarebbe vittima quanto la compagna. In caso di condanna, la campionessa transalpina rischia fino a cinque anni di carcere e una multa di 375mila euro.

La storia – com’è lecito aspettarsi – ha causato l’isolamento di Simon, che non si è mai unita al gruppo in vista della prossima stagione. L’atleta francese, di fatto, si sta allenando da sola, anche se non le è stato vietato di unirsi ai Blues. La Coppa del mondo comincerà tra un mese, il 25 novembre, a Östersund, in Svezia.

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