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Vittime di una guerra non loro: agricoltori e badanti asiatici uccisi o rapiti nei kibbutz intorno a Gaza

Tra i volti degli ostaggi portati a Gaza dai combattenti di Hamas, si distinguono anche loro. Filippini, thailandesi, nepalesi: vittime di una guerra che non li riguarda, con cui non c’entrano nulla. Almeno 12 cittadini della Thailandia sono rimasti uccisi, otto feriti e altri 11 sono stati rapiti da sabato in Israele, come ha comunicato il ministero degli Esteri di Bangkok. Il Dipartimento degli Affari Esteri delle Filippine ha annunciato invece che almeno 7 connazionali sono attualmente “dispersi” e si prevede che molti siano stati rapiti. Sarebbero almeno dieci invece le vittime nepalesi, secondo una nota dell’ambasciata, che parla anche di due dispersi. Sono tutti migranti asiatici, che lavorano come agricoltori o badanti nei kibbutz intorno a Gaza. Nelle comunità agricole israeliane attorno alla Striscia si concentrano la maggior parte dei lavoratori arrivati da Oriente: vivono in condizioni spesso molto dure, non possono avere la cittadinanza e i loro permessi di soggiorno sono legati ai contratti a termine. Ma Hamas li ha considerati comunque come conniventi con il loro nemico.

In Israele lavorano circa 30mila thailandesi, come ha ricordato il governo di Bangkok in queste ore, comunicando di aver avviato un ponte aereo. Circa 5mila sono concentrati nelle aree di Sderot, Ashkelon, Netivot, pesantemente colpite dalle incursioni ordinate da Hamas. Anche i filippini sono presenti con numeri simili: in molti lavorano come badanti al fianco degli anziani israeliani. Lo racconta anche Etgar Keret, uno degli scrittori più conosciuti dello Stato ebraico, in un’intervista al Corriere della Sera: “È stata una catastrofe annunciata. Come altro definire il rapimento di anziani cittadini che sono stati portati via con le badanti filippine al seguito?”. Sono quasi 5mila invece i nepalesi, lavorano principalmente come braccianti agricoli. In tanti si trovano nel kibbutz di Alunim, un altro preso di mira dai miliziani di Hamas fin dalle prime ore di sabato.

La comunità e i media asiatici stanno seguendo con apprensione l’evoluzione del conflitto, consapevoli che molti altri loro connazionali potrebbero essere tra le vittime di un conflitto che non è il loro. La Cnn Filippine riporta che una donna ha contattato l’ambasciata in Israele e ha affermato di aver riconosciuto suo marito in un video sui social media. Le immagini mostrano un uomo tenuto sotto tiro e probabilmente portato tra gli ostaggi. Un altro video che circola sul web mostra un palestinese armato di zappa da giardino che colpisce a morte un agricoltore thailandese. Mentre le immagini che arrivano da Gaza e ritraggono le persone tenute in ostaggio confermano i timori delle famiglie asiatiche: molti degli ostaggi sono lavoratori asiatici.