Trash-Chic

Dimenticatevi la design week milanese, adesso c’è Napoli con Edit: dallo Slow Design allo Slow Food del Hotel Caruso di Ravello, ecco cosa abbiamo visto

Archivio di Stato, chiostri seicenteschi, chiese sconsacrate sono il palcoscenico diffuso dello slow design, dedicato a designer artigiani, artisti indipendenti non ancora brandizzati.  E’ questo il concept ideato da Emilia Petrucelli e Domitilla Dardi, fondatrice e curatrici della bellissima manifestazione, giunto alla quinta edizione

La Fiera del Design d’Autore si snoda lungo il porticato seicentesco del complesso monumentale dei SS.Severino e Sossio, uno dei piu’ importanti centri della spiritualità benedettina. Da qui si passa alla Basilica di Santa Maria della Sanità e alla Chiesa di Santa Luciella dove Allegra Hicks mette in mostra un centrotavola in ceramica realizzato con la Real Fabbrica di Capodimonte che ricorda l’occhio primordiale del mondo, una riuscita fusione tra antico e contemporaneo “Bisogna rispettare il passato prima di costruire qualcosa di nuovo”, chiosa Allegra.

Altro pezzo forte di Edit è lo studio/gallery nello storico palazzo di Monte di dio di Giuliano Dell’Uva, eletto dalla giuria di Elle Decor il miglior designer del mondo. “Un architetto non deve essere un genio ma una reincarnazione degli architetti del passato. Le memorie sono depositate nelle mura”, dice mentre mostra la stratificazione di una parete attraverso i secoli. Affreschi seicenteschi che si riflettono in un gioco di specchi, carta da parati settecentesca che ricoprono le travi a vista fino al marmo effetto trompe l’oeil. Che la kermesse stia diventando un riferimento di rilievo è la presenza di tanti addetti ai lavori da ogni dove. Entra e tutti lo osannano, Gianluca Longo é Style Director of The World of Interiors. Lui si dice ossessionato da tutto cio’ che bello. Dunque è nel posto giusto.
Dallo Slow Design allo Slow Food e si cambia location. Louis Vuitton compra l’Hotel Caruso, il gioiello di Ravello. E apre l’Agorà della dieta mediterranea. Dalla Magna Grecia alle nostre tavole.

Cosa ha in comune la maison francese del lusso con la Magna Grecia? Il concept di bellezza e grandeur. E’ la filosofia della Louis Vuitton.
Mi affaccio dalla terrazza dell’Hotel Caruso e lo sguardo si perde nel cammino degli dei, sospeso tra cielo e mare. Da qui prende anima l’Agorà della dieta mediterranea, prima edizione. Un incontro per la valorizzazione del patrimonio gastro/artistico del Cilento. Nelle città dell’Antica Grecia, l’agorà era l’antenata della piazza. Un luogo in cui i cittadini avevano la possibilità di confrontarsi discutendo di politica, filosofia, arte.

L’evento porta la firma di Emilia Filocamo, Comunication Manager, con la chef Ilaria Bertarelli hanno allestito uno show cooking con antiche ricette cilentane.
La loro è una storia di mare, ma sopratutto di rispetto per il territorio. “Lei lo sa che gli antichi greci sono stati i primi eco/sostenibili della storia?” – mi dice Vittorio Rambaldo, pescatore di alici da 4 generazioni – Una rete a maglie larghe, la menaica, risparmia quelli più piccoli per catturare solo i più grandi e guizzanti. L’hanno inventata loro”. Sullo sfondo il celebre spettacolo pirotecnico di Torello che ha illuminato con lucine rosse il contorno delle casette incastonate nella roccia a strapiombo sul mare.