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Meloni all’assemblea FdI: “Fango contro me e Arianna, lei sempre penalizzata”. L’attacco al Superbonus: “Miliardi buttati per il consenso”

Un discorso lungo 40 minuti per compattare i suoi in vista della “sfida” più difficile, quella manovra che per sua stessa ammissione avrà “risorse limitate“. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni arriva poco prima delle 11 nella sala del centro congressi di via Alibert, a pochi passi da piazza di Spagna, per presentare la sua relazione all’assemblea nazionale di Fratelli d’Italia, la prima dalle elezioni politiche di un anno fa. Un discorso improntato all’autocommiserazione per serrare i ranghi guardando alle europee della primavera 2024 e mettere le mani avanti di fronte alle difficoltà più imminenti. A partire dalla manovra: “Abbiamo di fronte la legge di bilancio, con poche risorse da spendere grazie ai nostri predecessori che hanno gettato dalla finestra miliardi per tentare di comprare il consenso dei cittadini”. L’ennesimo attacco al Superbonus che pure FdI aveva difeso, per addossare agli avversari la responsabilità della fatica nel reperire risorse. Applausi, in questa come in altre occasioni, da parte dei circa 400 delegati presenti. Anche quando Meloni mostra avversione alle critiche, si lamenta per le inchieste giornalistiche, parla di “fango” e “campagne finto scandalistiche”, difendendo in primis la nomina della sorella Arianna, “da sempre penalizzata“, eppure arrivata ai vertici del partito. Poi la conclusione del discorso con la citazione di uno dei più grandi successi di Lucio Battisti: “Non sarà un’avventura, non è un fuoco che col vento può morire ma vivrà quanto il mondo fino a quando gli occhi miei avran luce per guardare gli occhi tuoi…”, ha concluso Meloni.

Secondo la narrazione della premier, l’Italia “sembra tornare a sperare dopo anni di rassegnazione”. L’apertura del suo discorso lascia spazio all’orgoglio: “Abbiamo coraggio, libertà e solidità per affrontare le nuove sfide”. E gli attacchi arrivano perché “diamo fastidio“. La stessa Meloni ammette che la situazione economica è complessa ma sottolinea ai suoi che le stime del Pil restano “sopra la media europea” e registriamo “dati record” sull’occupazione. Un modo per confortare l’assemblea, anche se gli ultimi dati non sono esattamente di incoraggiamento: l’economia italiana ha avuto una performance tra le peggiori in Ue nel secondo trimestre, per l’intero 2023 la crescita è stata ribassata allo 0,8% (e resta una delle migliori in Europa) ma nel 2024 è previsto per l’Italia l’aumento del Pil più basso tra i principali Paesi Ue. Inoltre, a luglio la produzione industriale è calata dello 0,7% mentre gli occupati sono diminuiti per la prima volta dallo scorso novembre, seppure rimanendo sui livelli da “record” di cui parla Meloni.

“La manovra con risorse limitate è la vera sfida”, ammette infatti la premier. Che però aggiunge: “Poche risorse da spendere grazie ai nostri predecessori che hanno gettato dalla finestra miliardi per tentare di comprare il consenso dei cittadini”. Spiegando poi di voler puntare in particolare su aiuti alle famiglie, ai redditi bassi e sulla sanità. Ma “oltre alla sfida della manovra economica, sarà l’anno delle grandi riforme e del piano Mattei“, assicura Meloni. La presidente del Consiglio difende alcuni provvedimenti fatti dal governo, dai rave al decreto Cutro, così come le nomine nel partito. La premier si dice orgogliosa “per l’Italia” che da quando c’è lei al governo “ha un’economia più solida, ha maggiore credibilità e centralità a livello internazionale, ha una stabilità e una visione da realizzare, riconoscibile e riconosciuta da tutti”. Stessa linea sull’immigrazione: non sono in campo “soluzioni effimere ma strutturali e ci riusciremo. Ci vorrà più tempo ma saranno poi durature“.

Meloni difende appunto le nomine di partito e protesta per le critiche ricevute: “In questi mesi si è visto di tutto. Le continue campagne finto scandalistiche, i dossieraggi, le continue richieste di dimissioni di questo o quell’altro”, “fango gratuito perfino sui familiari“, lo definisce. “Alla fine, è stato un boomerang – sostiene la premier – perché sono riusciti a dimostrare solo che ero esattamente la persona che dicevo di essere. Allora si sono attaccati agli organigrammi di partito, anche qui con racconti surreali, per raccontare il partito chiuso, familistico, asserragliato. Si è parlato di Arianna Meloni, militante da quando aveva 17 anni, sempre penalizzata dal fatto di essere mia sorella”. Meloni su questo tasto batte in più occasioni: “Continueremo – dice – a non rispondere a queste provocazioni. Non abbiamo tempo per giocare con loro alla lotta nel fango, perché siamo impegnati a volare alto e a guardare lontano, ai progetti a lungo termine, da costruire mattone dopo mattone. E a dare all’Italia una strategia che non aveva da anni”.

Infine, l’invito a tutti a impegnarsi in vista del voto di Bruxelles nel 2024: Meloni ha chiesto il massimo impegno per le prossime sfide importanti e significative. “Il dibattito politico sarà ancora più feroce, gli attacchi si moltiplicheranno, le trappole e i tentativi di disarcionarci anche. Per due ragioni: la prima è che questa stagione si chiuderà con le elezioni europee; la seconda è che, legandolo ai prossimi traguardi, noi non ci accontentiamo di aver vinto le elezioni. Non stiamo qui a goderci gli effimeri soddisfazioni del potere, ma per governare e cambiare le cose che non vanno”, attacca ancora Meloni. “Il nostro non è mai stato uno sport individuale, ma di squadra. E’ questo il messaggio principale che voglio dare oggi all’assemblea nazionale di FdI. Come in ogni campionato che si rispetti, la partita che si apre è più dura di quella che si ha alle spalle. Ho bisogno di tutta la concentrazione, la lucidità, la responsabilità e l’ambizione – nel senso buono del termine – delle quali siete capaci. Perché se qualcuno dovesse pensare che l’anno passato sia stato difficile, signori, temo che non abbiate visto niente“, prosegue la presidente del Consiglio.