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Con la commissione d’inchiesta sul reddito di cittadinanza se ne colpirebbe uno (Tridico) per salvarne cento

Sulla gestione del reddito di cittadinanza la maggioranza, per voce del presidente dei deputati di Fratelli d’Italia Tommaso Foti, vuole aprire una commissione di inchiesta. Un chiaro attacco al Professor Pasquale Tridico che negli ultimi anni è stato al vertice dell’Istituto Previdenziale Nazionale.

Guarda caso giusto 24 ore dopo l’invio massivo tramite sms da parte dell’Inps per l’avviso di interruzione dell’erogazione del reddito di cittadinanza a discapito di 169 mila beneficiari – definiti occupabili – e che a regime saranno 615 mila. Un impatto ancor più devastante se si pensa che l’esclusione dalla misura coinvolgerà inevitabilmente i nuclei familiari di appartenenza.

Sicuramente un metodo originale, quello di spostare in questo modo l’attenzione sui presunti mancati controlli dell’Istituto presieduto da Tridico, rispetto invece all’attenzione che meriterebbe la scelta scellerata di abolire una misura indispensabile per milioni di cittadini in condizioni di povertà e il conseguente rischio di innescare una bomba sociale ingestibile.

Ad ogni modo, anche alle “sparate”, soprattutto quando ingiuriose nei confronti di una persona perbene e competente come Pasquale Tridico, è cosa buona rispondere entrando nel merito delle questioni.

Chi ha mosso tali critiche dovrebbe sapere che il decreto istitutivo del reddito di cittadinanza prevedeva al suo interno un apparato sanzionatorio più rigido che per ogni altra misura assistenziale. La maggioranza dovrebbe esserne consapevole considerato che il DL 4/2019 fu firmato anche dal Ministro Salvini e convertito in Legge grazie al voto della maggioranza giallo-verde (M5S – Lega). Come dovrebbero essere al corrente dei controlli da parte di una serie di autorevoli soggetti, quali:

– le amministrazioni locali per la verifica dei requisiti anagrafici;
– l’Agenzia delle Entrate per la verifica dei requisiti reddituali e patrimoniali;
– l’Inps e Aci in collaborazione per le verifiche sul possesso di beni durevoli quali le tipologie di veicoli immatricolati.

Nel solo 2019 l’Inps ha respinto oltre 492 mila domande, questo a ulteriore dimostrazione che i controlli sono sempre stati svolti con accuratezza e soprattutto a monte, contrariamente a quel che si cerca di far passare.

Altro aspetto di rilievo è che gran parte dei soggetti che avrebbero percepito il Reddito di Cittadinanza senza averne diritto è risultato evasore totale, ciò significa che grazie a questi controlli sono stati scoperti truffatori seriali che fino ad ora risultavano invisibili per lo Stato pur continuando da anni – in vari casi decenni – a sottrarre risorse preziose alla collettività.

Infine, per non farci mancare nulla, il Presidente dell’Inps nel 2019 ha creato una struttura antifrode che, tra le altre cose, ha permesso in un solo anno di:

– recuperare 200 milioni di euro di compensazioni indebite;
– individuare e fermare 3.000 aziende fantasma che hanno ricorso indebitamente alla cassa integrazione;
– individuare 40.000 soggetti che hanno percepito indebitamente dei bonus rivolti agli imprenditori e professionisti danneggiati dall’emergenza Covid;
– individuare 70.000 rapporti di lavoro fittizi, evitando l’indebita erogazione di circa 500 milioni di euro di Naspi.

Il paradosso è che tra le truffe ai danni dello Stato non è da escludere che ci rientri la società che faceva riferimento alla Ministra Santanchè per la vicenda della dipendente in cassa integrazione a zero ore e nonostante ciò impiegata nelle attività lavorative, così come documentato dall’inchiesta di Report.

Alla luce di tutto ciò mi pare che una commissione d’inchiesta sarebbe più opportuna per fatti di questa natura, a maggior ragione se parliamo di personalità che attualmente ricoprono cariche di Governo. Oppure una commissione d’inchiesta più generalizzata sui vari conflitti d’interesse presenti all’interno di quest’esecutivo che il Fatto Quotidiano ha a più riprese documentato. Oppure sull’evasione tributaria e contributiva che ogni anno fa letteralmente sparire oltre 100 miliardi di euro dalle casse dello Stato, grazie anche ai vari regali agli evasori con il taglio alle sanzioni e le pene ridotte che troviamo nella recente delega fiscale proposta dal Governo. Oppure per far luce sulla vergognosa rimozione anticipata nei confronti di Tridico dall’incarico di Presidente dell’Istituto da parte del Governo, che come quest’ultimo espediente ha il sapore di intimidazione politica.

L’impressione è che con l’operazione comunicativa di Tommaso Foti si voglia colpirne uno (Tridico) per salvarne cento. Con la differenza che quello che viene messo in croce la povertà l’ha combattuta, mentre gli altri cento anziché dichiarare guerra alla povertà sembra l’abbiano dichiarata ai poveri.

Il sospetto è che si sia trattato anche di una sorta di ritorsione politica in seguito ai recenti interventi pubblici di Tridico. L’analisi critica da parte di uno stimato Professore di economia del lavoro nei confronti della “Carta dedicata a te” promossa dal Ministro Lollobrigida probabilmente non è stata gradita. Nell’era Meloni anziché rispondere alle critiche argomentando si passa direttamente alle minacce?