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Droghe, lite Giubilei-Soncini. “Lei sdogana l’uso di eroina”. “No, la comunicazione dissuasiva non ha mai funzionato dagli anni ’80”. Su La7

Durissimo scontro a Omnibus (La7) tra Guia Soncini, scrittrice e firma de Linkiesta, e Francesco Giubilei, ex consigliere del ministro della Cultura Giuliano Sangiuliano e presidente della Fondazione Tatarella.
Il tema del dibattito è la campagna di comunicazione del governo Meloni sulle droghe, riguardo alla quale Soncini è molto critica: “La mia generazione è cresciuta con le campagne di dissuasione che non ho mai capito a cosa servissero. Qualcuno ha mai deciso di non drogarsi perché in tv sentiva la campagna “Preferisco vivere” prodotto dal Maurizio Costanzo Show contro la droga? Non credo. Così come non credo che qualcuno abbia deciso di drogarsi perché ha visto il film Trainspotting. L’idea che si possa influire sulla società in questo senso mi sembra velleitaria”.
Di diverso avviso è Giubilei che menziona Matteo Di Pietro, lo youtuber che ha investito il piccolo Manuel Proietti a Casal Palocco: “Quell’influencer che ha ucciso un ragazzo (un bimbo di 5 anni, ndr) è risultato positivo alla cannabis“.
“Sì, ha fumato una canna – replica Soncini – E quindi? Vogliamo dire che è quello il problema dello youtuber che ha investito il bambino? Io credo che ci siano altri 150 elementi che vanno considerati prima dell’aver fumato una canna, anche perché, a parità di dibattito, c’erano altri milioni di italiani che quel giorno si erano fatti una canna e non hanno investito nessuno“.

La scrittrice aggiunge: “Il problema vero della comunicazione rispetto, ad esempio, all’eroina è che c’è sempre stato un grande non detto: l’eroina ti ammazza, ma prima di ammazzarti ti fa stare bene, altrimenti la gente noon comincerebbe a drogarsi. La comunicazione sull’eroina non ha mai funzionato perché si è sempre e solo detto che l’eroina ti ammazza. Lei non lo ricorda perché non era ancora nato – spiega – ma quando io ero piccina c’era molta eroina in giro e la comunicazione era: state attenti agi spacciatori fuori da scuola, perché alla prima siringa di eroina morite. La gente cominciava a farsi di eroina e vedeva che di eroina non moriva, quindi non credeva più a quello che dicevano”.
Giubilei insorge, interrompendo più volte Soncini: “Ma cosa sta dicendo? Si muore con il consumo di eroina“.
“Sì – replica sarcasticamente Soncini – Keith Richards è ancora vivo però, quindi questa politica di comunicazione è diventata più complicata da fare”.

Esplode la polemica e Giubilei accusa: “Ma si rende conto di cosa sta dicendo? Lei sta sdoganando il consumo dell’eroina. Ma si rende conto?”.
“Io non sto sdoganando proprio niente – ribatte la scrittrice – Secondo lei, io non so che esiste il problema dell’eroina? Provi ad ascoltare quello che le viene detto e a rispondere invece di immaginarsi delle posizioni. Le sto dicendo che la comunicazione rispetto a una questione va fatta in maniera tale che chi la riceve non pensi che stiano dicendo una serie di sciocchezze. La comunicazione fatta in quel modo non ha mai funzionato. E infatti la gente ha continuato a drogarsi“.
“E allora cambiamo la comunicazione – risponde Giubilei – Ma non diciamo che chi fa uso di eroina una volta, tutto sommato, continua a vivere, quindi l’ha consumata una volta e va tutto bene”.
“No – replica Soncini – C’è gente che ne ha fatto uso tutta la vita. L’eroina ti ammazza se sei povero. Questo è il grande non detto”.
“E quindi? Cosa diciamo ai giovani? – rilancia Giubilei – Andiamo fuori dalle scuole a distribuire volantini dicendo: ‘Ragazzi, consumate l’eroina, tanto ci sono attori che lo fanno da tutta una vita”?”.
“Lei può scrivere quello che vuole sui volantini – chiosa Soncini – ma non influiscono su nulla e su nessuno. I giovani e i meno giovani non decidono di drogarsi in base alle campagne di dissuasione”.