Cultura

Musei Vaticani, un modello di efficienza organizzativa e un ristoro per occhi e anima

E’ il secondo Museo più visitato al mondo dopo il Louvre, (dati del 17 marzo 2023) e sarebbe il primo in Italia, se non fosse che giustamente è considerato come appartenente ad uno Stato estero: parlo ovviamente dei Musei Vaticani, inaugurati ufficialmente nel 1771. Mi ci sono recata pochi giorni fa, circa vent’anni dopo la mia ultima visita e durante l’anniversario dell’introduzione dell’Arte Contemporanea voluta da Paolo VI nel 1973. Arte contemporanea che non ha mai smesso di dialogare con la classicità dopo cinquant’anni: una testimonianza è anche l’opera di Arnaldo Pomodoro nel Cortile della Pigna.

Cortile in parte compromesso esteticamente da una invasiva capanna lignea che funge da caffetteria; ci consola il fatto di aver avuto rassicurazioni che è provvisionale, in quanto di prossima realizzazione un bar interno. Ci dobbiamo credere per forza e sulla fiducia, perché da noi, a pochi km nell’altro Stato più ampio, nulla è più definitivo del provvisorio.

Emozionante poi il nuovo percorso, inaugurato durante il Giubileo 2015, che consente con un unico biglietto di vedere Musei e Cappella Sistina scendendo dalla mitica scala elicoidale inaugurata il 7 dicembre 1932. Già proprio questa onirica e suggestiva scala che dà un senso di celestiale vertigine è in molti opuscoli turistici, erroneamente attribuita al Bramante. Autore di questa meraviglia fu invece Giuseppe Momo, un architetto vercellese molto attivo tra gli anni 30 e 40, già Architetto della Veneranda Fabbrica di San Pietro per volere di Pio XI. La scala elicoidale è formata da una doppia rampa, che può essere discesa in senso contrario per uscire dai Musei Vaticani, e si dipana verso l’uscita del Museo stesso. E’ citata ovunque quando si parla delle varie scale elicoidali nel mondo, e l’equivoco sull’autore di questo prodigio, attribuendolo al più noto Bramante attivo cinque secoli prima, è dovuto viceversa ad un altro progetto situato vicino al Museo Pio Clementino e progettato nel 1507.

I Musei Vaticani rappresentano un modello di efficienza organizzativa con un imponente stuolo di custodi, circa 300, che vegliano con attenzione, preparazione e cortesia sulla moltitudine di visitatori, a volte indisciplinati.

La Cappella Sistina è ben presidiata, un maggior sforzo organizzativo deve essere auspicato invece per le Stanze, contingentando i gruppi e impedendo alle guide l’uso di ombrellini, bastoni da selfie e quant’altro serva loro per indicare le opere ma che inopportunamente vanno a finire sulla testa del malcapitato di turno. Un’altra piccola osservazione, ma è una mia mania assaggiare l’acqua in tutti i luoghi in cui mi reco: la mancanza di fontanelle nei vasti e ben tenuti spazi verdi. A parte questi modesti dettagli in via di superamento, bar nel Cortile della Pigna e super affollamento in alcuni spazi, il Complesso dei Musei Vaticani, si rileva uno dei luoghi d’Arte meglio conservati e organizzati non solo nel nostro territorio, ma nell’intera Europa.

Una intera giornata è un ristoro per la mente, l’anima e gli occhi, appagati da tanta ineguagliabile bellezza.