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Commissioni Pos, il governo non mantiene gli impegni: ancora nessun accordo per ridurle. Confesercenti: “Tempi dettati dal Mef”

Ancora nessun accordo per abbassare le commissioni Pos sui pagamenti sotto i 30 euro con moneta elettronica. Il tavolo delle trattative avrebbe dovuto trovare la quadra entro fine marzo, dopo il no Ue all’ipotesi di eliminare l’obbligo di accettare le carte di credito e debito per i pagamenti sotto i 60 euro. Nella Legge di bilancio a dicembre l’esecutivo si era dato 90 giorni di tempo per trovare una soluzione. Ma la scadenza è caduta nel vuoto, come le ipotesi di un rinnovo del credito di imposta per rimborsare i commercianti. Le trattative vanno ancora avanti, ma “i tempi sono quelli del Ministero dell’Economia e delle Finanze”, spiega il segretario di Confesercenti Mauro Bussoni a ilfattoquotidiano.it. “È stato difficile il confronto con l’Associazione bancaria italiana, così come quello con altri interlocutori”, ammette.

Le trattative – La Legge di bilancio prevedeva anche che in caso di mancato accordo entro fine marzo sarebbe stato imposto un contributo straordinario alle banche, pari al 50% degli utili al netto degli oneri fiscali derivanti dalle commissioni per le transazioni inferiori a 30 euro. Una specie di tassa per rimborsare i commercianti. Ma anche in questo caso l’ipotesi è per ora finita in nulla. “Non ci interessa che possano essere sanzionate le banche, ci importa di arrivare a un risultato che porti a una riduzione dei costi”, commenta Bussoni. All’orizzonte sulle microtransazioni si intravede una possibilità. “Stiamo ragionando su tre diverse fasce di intervento per lenire i costi della moneta elettronica sulle imprese e sui commercianti – spiega Bussoni –. La prima fascia, fino a 10 euro, dovrebbe avere una riduzione molto consistente delle commissioni, che verrebbero quasi azzerate”. Ancora niente di firmato sul tavolo, ma il segretario di Confesercenti spiega che si è raggiunta una prima intesa e che è stata condivisa “una linea abbastanza favorevole”. Impossibile, però, sapere quando e se arriverà l’ufficialità

I nodi da sciogliere – Più difficile da sciogliere, invece, è il nodo delle transazioni digitali sopra i 10 euro, per la fascia tra 20 e 30 euro e quella superiore: “Noi volevamo la gratuità delle commissioni fino ai 30 euro: non sarà decisamente così”, chiarisce Bussoni. Una volta che i partecipanti al tavolo (il Ministero dell’economia, la Banca d’Italia, l’Agenzia delle Entrate, l’Associazione bancaria italiana, l’Associazione italiana prestatori servizi di pagamento, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, il Ministero delle imprese e del made in Italy e l’Agenzia per l’Italia Digitale) avranno trovato l’intesa “l’accordo dovrebbe avere una durata di 12 mesi”, anticipa Bussoni. Un altro elemento sul tavolo delle trattative è invece la questione della trasparenza: “Non vorremmo che a fronte di una riduzione delle commissioni ci fossero aumenti su altri servizi che i commercianti pagano alle banche, come i servizi di segreteria e i costi di conto corrente – conclude il segretario di Confesercenti –. Se no, alla fine, il beneficio sarebbe nullo”.

Perché serve un accordo – “L’evoluzione della moneta elettronica rispetto al contante è dirompente”, ragiona il segretario di Confesercenti. Secondo gli ultimi dati disponibili di Innovative Payments il 52% delle transazioni con moneta elettronica sono sotto i 25 euro e dal 2017 al 2022 c’è stata una crescita costante dell’utilizzo delle carte di credito e di debito, che l’anno scorso hanno raggiunto il 40%, ovvero oltre 397 miliardi di euro. Per Bussoni “c’è quindi una grande massa critica che dovrebbe portare chi opera nei pagamenti digitali a razionalizzare e ridurre gli attuali costi rispetto alle imprese”. Tradotto: visto che il numero di pagamenti digitali è aumentato, le banche potrebbero accettare anche commissioni più basse. Per dare un taglio alle lungaggini burocratiche e alla lentezza delle trattative Confesercenti chiede un’azione del governo che riequilibri i rapporti di forza in questo negoziato: “L’esecutivo in questo accordo farebbe da notaio: noi vorremmo invece che ci fosse un intervento più importante”.

Il Mef: “In corso di definizione una soluzione” – Il Mef fa sapere che “il lavoro del tavolo Pos si avvia alla conclusione in un clima di fattiva collaborazione tra le associazioni e i soggetti interessati in quanto è in corso di definizione una soluzione che permetterà di ridurre i costi delle transazioni elettroniche di pagamento fino a 30 euro”.