In una lunga intervista al Corriere della Sera, il macellaio imprenditore spiega perché
Di lui si parla spesso, ultimamente anche perché la sua hamburgeria a New York si è accorpata con la sua steakhouse. Insomma, un locale unico: in totale due ristoranti al posto di tre nella Grande Mela. Qualcuno ha parlato di contenimento costi e ci si è chiesti se il suo impero sia destinato a vacillare. Lui, Salt Bae, vero nome Nusret Gökçe, macellario e imprenditore con 32 ristoranti e 4.000 dipendenti, intanto si è raccontato al Corriere della Sera: “Sono un imprenditore che da 26 anni lavora ogni giorno, il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene. Non ho mai fatto vacanze, dormo poco la notte. Business never sleeps”. E fin qui, come dire, ce lo aspettavamo. Ma Salt Bae (before anyone else) è diventato noto anche per quel suo modo di spargere il sale che spiega così: “È un qualcosa che proviene dal cuore, il mio timbro. Un po’ come Ronaldo quando fa il “siuuu” dopo un goal“. Alle soglie dei 40 anni, racconta di “aver dovuto abbandonare gli studi. Vengo da Pasali, un’area rurale della Turchia. Vivevamo in 7 in una stanza: mio padre si alzava all’alba per andare in miniera e alle 18 era già a dormire. Tornavo a casa e non c’era nessuno sveglio”. La gavetta, l’arrivo a Buenos Aiers per “imparare a tagliare la carne” fino all’entrata in affari di Ferit Sahenk, “un magnate turco che è anche mio socio, abbiamo aperto ristoranti dappertutto”. Ma come è diventato così famoso? “Prima c’è stato il passaparola. Nel 2017 Instagram ha reso virale il gesto del sale: un cameriere mi ha fatto un video e lo ha postato. La mattina dopo milioni di follower mi chiamavano Salt Bae”. Una lunga intervista, nella quale dà conto anche del prezzo esorbitante della bistecca ricoperta d’oro: “Carne di altissima qualità: gli animali hanno ascoltato musica, sono stati massaggiati. È il prezzo giusto”.