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Roland Garros, Djokovic e il misterioso cerotto sul petto. Un’azienda veneta: “È un laser”

Il serbo ha spiegato di voler emulare Iron Man. Il comunicato della Tao Technologies srls

Un anno fa c’era stato il giallo della bottiglietta inalata a Wimbledon. Ora invece il mistero riguarda uno strano cerotto che Novak Djokovic ha mostrato sul suo petto durante il Roland Garros in corso a Parigi. Il cerotto, chiaramente visibile ad esempio quando il serbo si è cambiato la maglietta durante gli ottavi di finali poi vinti domenica contro il peruviano Juan Pablo Varillas, sembra nascondere una sorta di bottone. Qualcuno aveva ipotizzato essere un magnete al neodimio, tra i più potenti al mondo: in campo medico, secondo chi lo produce o utilizza, può aiutare ad esempio a ridurre le conseguenze di ematomi o altre lesioni, ma anche a ridurre lo stress. C’è però un’azienda veneta che sul suo sito si attribuisce la paternità dello strano oggetto presente sul petto di Djokovic: è la Tao Technologies srls.

Il comunicato della società è presente sul sito web ed è stato pubblicato lo scorso primo giugno, dopo che Djokovic aveva parlato del cerotto sul suo petto in seguito al match vinto contro Marton Fucsovics (secondo turno) quando aveva solamente spiegato di voler emulare Iron Man e aveva ha aggiunto: “Il mio team mi ha portato una nanotecnologia incredibilmente efficiente per aiutarmi a dare il meglio in campo”. “La nanotecnologia in questione è Taopatch® SPORT e noi di Tao Technologies non potremmo esserne più onorati”, si legge nel comunicato. Di cosa si tratta? “Nutre il corpo con lunghezze d’onda di luce terapeutica, senza effetti collaterali o il rilascio di alcuna sostanza chimica. Indossabile ogni giorno, si alimenta autonomamente con la luce del sole e con il calore del corpo garantendo trattamenti di 720 ore ogni mese”, scrive l’azienda veneta che lo produce.

Il ceo della Tao Technologies è Fabio Fontana, il responsabile medico è il dottor Alberto Lomeo. Secondo il Corriere della Sera, l’azienda conta 14 dipendenti e cita tra gli atleti che utilizzano il dispositivo il ciclista Andrea Pasqualon, la triatleta Sofia Teso e la squadra di volley Giorgione Pallavolo di Castelfranco Veneto, che milita in Serie B1. Non ci sarebbe nessun accordo invece con Djokovic, almeno stando alle dichiarazioni dello stesso ceo Fontana a Il Gazzettino: “Quando ho visto le sue foto al Roland Garros ho capito che anche lui utilizzava il mio dispositivo”. Che costa, kit completo, circa 350 euro.